di Massimiliano Ive – Mondragone (Caserta) – Spesso si assiste a confronti politici molto ferrati sulle proposte di recupero del centro storico della città. Altre volte si leggono commenti al vetriolo per lo stato di abbandono e di degrado di un quartiere. Poi ci si perde quasi sempre tra i meandri delle visioni-progetto, dei vincoli urbanistici e di quelli sulla destinazione o dell’uso di alcune aree cittadine.
Fino a che, all’improvviso, degli eventi tradizionali, organizzati dalle associazioni e da qualche parrocchia resettano tutto e ci mostrano come ridare luce e splendore, ma soprattutto rigenerare la visione umanizzante ed evidenziare il valore aggiunto di un quartiere da mesi sotto la lente di ingrandimento degli osservatori politici per le condizioni in cui versa. È bastata la manifestazione del “Presepe Vivente” del rione storico Sant’Angelo di Mondragone per comprendere, che a volte occorre buonsenso, lungimiranza e soprattutto tanta fede per rivalutare un angolo di città, nonché per creare un “interesse collettivo” al fine di condurre in questo luogo centinaia e centinaia di persone. Don Paolo Marotta, il sacerdote della parrocchia di San Michele Arcangelo, ne ha vista di gente affluire in questo rione nelle ultime serate, (anche quando si organizza la tradizionale infiorata), e ora con il “Presepe Vivente”, con quelle scene quotidiane della Palestina di 2000 anni fa, contraddistinte da pescatori, panettieri, macellai, falegnami, artigiani, nobili e soldati romani, lavandaie, sacerdoti nelle sinagoghe che fanno da contorno alla stalla della Natività, sembra quasi un richiamo ad una riflessione collettiva su come animare Sant’Angelo.
Si può dire che la rappresentazione della Natività che vanta 800 anni, (da quando cioè San Francesco la realizzò a Greccio, nella valle Santa di Rieti, un tempo infestata di briganti), ha valorizzato una location bistrattata. Come Gesù nobilitò una stalla (perché non c’era posto per la sua venuta in un comodo albergo pieno dell’egoismo e dell’indifferenza umana), così la rappresentazione della sua nascita a Mondragone è stata contraddistinta da un piccolo “miracolo” – consentiteci tale licenza – quello cioè di vedere il suddetto rione con una tonalità di luce diversa rispetto alle tenebre che infestano il cuore di chi ama degradare la città. Nella piazzetta dove spesso sono stati abbandonati dei rifiuti, in queste sere c’erano le scene del presepe. I negozietti e i portoni erano pieni di comparse.
Pertanto, bisogna dare merito, a questo punto, alla parrocchia di San Michele Arcangelo, a don Paolo Marotta e agli “Amici del Presepe” per quello che sono riusciti a realizzare. Il tutto con un contributo minimo di 2 euro per acquistare i biglietti di ingresso alla manifestazione che è stata contraddistinta anche da dei bellissimi abiti di scena e ornamenti. Forse occorrerebbe realizzare un museo permanente delle tradizioni contadine o dei pescatori, oppure ancora un presepio monumentale nei luoghi più abbandonati di tale rione per creare un deterrente contro l’abbandono e il depauperamento di questa porzione del centro storico. Forse occorrono più botteghe per la vendita di prodotti del territorio o di piatti tipici della città, nonché un’area parcheggio, forse… fermiamoci qui! Non spetta a noi dell’informazione governare una città, ma come mediatori culturali possiamo esprimere la nostra opinione, la nostra analisi critica, e soprattutto il nostro plauso a chi nella semplicità della missione che svolge ha dato valore alla sua comunità. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA