Napoli – Le “braccia aperte” della compianta dottoressa Gabriella Fabbrocini abbracciano ancora, virtualmente, tanti pazienti: sono state, infatti, oltre 60 le visite gratuite effettuate durante l’evento “Gabriella’s Open Arms 2.0”, promosso dall’Unità Operativa Complessa di Dermatologia Clinica, diretta dal professor Massimiliano Scalvenzi. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività del Centro di Dermatologia Sociale ed Etnica “Gabriella Fabbrocini” dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”, con il patrocinio morale della “Fondazione Gabriella Fabbrocini”.
“Noi stiamo continuando quello che lei aveva seminato – spiega il professor Scalvenzi – aprendo oggi i nostri ambulatori a chi ha difficoltà di accesso alle cure: anche una banale visita dermatologica può essere importante per diagnosticare precocemente patologie che talvolta possono essere anche severe. È il secondo anno che ‘festeggiamo’ il suo compleanno organizzando questa giornata dedicata alla sua memoria, ma abbiamo fatto e faremo anche l’anno prossimo numerose altre iniziative, che si sommano agli oltre 40mila accessi che abbiamo registrato fino ad ottobre nei nostri 18 ambulatori”.
Ambulatori di dermatologia che da oggi potranno usufruire anche di nuove apparecchiature di ultima generazione: in particolare lo strumento Lc-Oct (Line-field Confocal Optical Coherence Tomography) che è altamente innovativo per la diagnosi precoce dei tumori della pelle ed il Vectra WB360, un sistema di imaging 3D del corpo che scansiona l’intera superficie della cute, consentendo ai medici di mappare e di monitorare adeguatamente le lesioni pigmentate e le patologie più diffuse della pelle.
“Grazie ai fondi del Pnrr – commenta Anna Borrelli, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera universitaria Federico II – abbiamo acquisito una serie di attrezzature e di apparecchiature che ci consentiranno diagnosi sempre più precoci ed efficaci. Un’arma in più per un obiettivo sul quale l’azienda ospedaliera universitaria Federico II punta molto, ovvero l’equità di accesso alle cure, soprattutto per quei cittadini che vengono da paesi a forte pressione migratoria, quasi sempre costretti ad essere ospedalizzati perché non hanno accesso al sistema sanitario per le loro patologie croniche, come confermano i dati dell’Agenas”.
Un tema medico e sociale, che la dottoressa Fabbrocini aveva intuito già da tempo, come evidenzia la professoressa Maria Triassi, ordinario di Igiene e Sanità Pubblica della Federico II: “La dermatologia della Federico II secondo è all’avanguardia anche grazie al lavoro della professoressa Fabbrocini; istituendo un ambulatorio di dermatologia etnica lei aveva visto lungo perché il problema della dei migranti è forte nella medicina territoriale perché attualmente addirittura molti di loro non sono neanche censiti e quindi non hanno accesso alle cure. Nella riforma della medicina del territorio che è in atto con la creazione delle case della salute delle case di comunità della degli ambulatori polifunzionali la dermatologia ambulatoriale acquisterà un ruolo sempre più importante”. IN ALTO IL VIDEO