Il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran ha confermato in una nota l’arresto di Cecilia Sala “per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran”. Lo scrive l’agenzia Irna. “La cittadina italiana è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran. Il suo caso è sotto inchiesta.
L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia”. “La politica del ministero è sempre stata quella di accogliere le visite e le attività legali dei giornalisti stranieri, aumentare il numero di media stranieri nel Paese e preservare i loro diritti legali”, prosegue il comunicato, citato da Irna. “È stato aperto un fascicolo sulla cittadina italiana Cecilia Sala, e sono attualmente in corso le indagini. Il suo arresto è avvenuto in base alla normativa vigente. Saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario”, ha aggiunto.
Intanto, il difensore di Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano bloccato il 16 dicembre su ordine degli Usa a Malpensa, ha chiesto gli arresti domiciliari. L’avvocato Alfredo De Francesco ai giudici della Corte d’appello di Milano sollecita un affievolimento della misura cautelare fornendo anche il luogo, un’abitazione in Italia, dove eventualmente trasferire Abedini. Dopo il deposito da parte del difensore, i giudici hanno 48 ore di tempo per fissa un’udienza per discutere l’istanza. Il 38enne si trova ora detenuto nel carcere di Opera e dopo il fermo è stato trasferito prima a Busto Arsizio poi nella casa circondariale di Rossano Calabro, dove gli è stato applicato il regime di alta sicurezza. Il 27 dicembre il trasferimento nel penitenziario di Opera.