Multe no vax, nessun rimborso per chi le ha già pagate. Sulla “grazia” è scontro anche nella maggioranza

di Redazione

Continua a far discutere la norma contenuta nel testo approvato dal Consiglio dei ministri che prevede lo stop alle multe per coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione per il Covid. I “no vax” che durante la pandemia non si sono vaccinati e hanno pagato la multa da 100 euro non avranno diritto al rimborso. Mentre sarà “graziato” chi finora ha ignorato la sanzione. E’ quanto emerge dall’ultima bozza del decreto Milleproroghe. Nel testo si legge, infatti, che “restano acquisite al bilancio dello Stato le somme già versate, per sanzioni pecuniarie, alla data di entrata in vigore del presente decreto”.

Sulla “grazia” ai no vax, intanto, piovono critiche anche all’interno della stessa maggioranza: “Una decisione assurda” la definisce la vicepresidente del Senato e senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli: “I vaccini hanno dimostrato di essere uno strumento potentissimo non solo per proteggere gli individui, ma anche e soprattutto per garantire la salute collettiva. Se non ci fosse stata la campagna vaccinale, il sistema sanitario sarebbe stato sopraffatto da un incremento esponenziale della domanda di cura, con costi sanitari che avrebbero raggiunto livelli insostenibili, portando ad un collasso del servizio stesso e impedendo l’accesso a tutte le cure, dalle oncologiche a quelle post-traumatiche”. Le fa eco il vicepresidente della Camera e esponente di Forza Italia, Giorgio Mulè: “Non può esserci un’amnistia che corrisponde a un’amnesia. C’è il dovere morale e civico della vaccinazione. Era un dovere in quel periodo perché sottrarsi a quel dovere avrebbe significato mettere a rischio la salute altrui. Agiremo in Parlamento, io l’amnistia alle multe non la voto”.

Critiche durissime alla scelta dell’esecutivo arrivano sul fronte dell’opposizione: “È un’altra decisione molto grave. Strizzano l’occhio a chi evade il fisco e a chi non rispettava le regole”, afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein, mentre i deputati Dem presentano un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute, Orazio Schillaci: “Si tratta – si legge nella nota dei Dem – di un’offesa a chi ha vissuto e sofferto in prima linea quei momenti, è un’offesa per i morti di Covid! E’ l’ennesima ricerca di consenso dei soliti furbi. È tempo di una reazione indignata verso chi confuta la scienza e favorisce la disonestà”. Anche dal M5S insorgono: “Il condono delle multe è uno sfregio alla memoria delle vittime. Il governo premia chi ha infranto la legge e chi ha messo se stesso e la propria ignoranza davanti agli altri. Sprecando, peraltro, ulteriori risorse che sarebbero state molto utili alla nostra disastrata sanità”, scrivono in una nota i parlamentari pentastellati delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato. Per Maria Elena Boschi di Italia Viva si tratta di “una grave offesa agli operatori sanitari”.

E, non a caso, anche i medici sono sul piede di guerra. Secondo Filippo Anelli, presidente di Fnomceo (Federazione nazionale ordini dei medici), “non è sicuramente un bel segnale in un’Italia dei tanti furbetti che cercano di evitare tasse dovute. L’obbligo era proteggere la salute della popolazione durante la pandemia”. A Lorenzo Fontana, presidente della Camera, non piaceva che i medici no vax fossero multati “ma tornare indietro adesso significa che chi ha pagato con onestà fa la parte del fesso”.

Il vicepremier Matteo Salvini, invece, interpreta l’azione del governo “come segnale di pacificazione. La storia del Covid è alle spalle, chiudiamo il contenzioso col passato”. C’è chi nel suo partito torna a insistere sull’ipotesi di rimborsare anche quanti abbiano già pagato quelle multe. Ipotesi che in un primo momento era stata inserita in una bozza del decreto approvato ieri in Cdm e che ha, invece, solo cancellato i procedimenti in essere. Una decisione che, già di per sé, in base a stime dello scorso anno, costa 150 milioni. Soddisfazione tra gli esponenti di FdI: per il portavoce Giovanni Donzelli le multe erano “una forzatura”.

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