Un’operazione congiunta del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, denominata “Cripto Tv”, ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone accusate di aver gestito un’associazione a delinquere finalizzata alla diffusione illegale di contenuti protetti da diritto d’autore e al re-investimento dei proventi illeciti.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha svelato un complesso sistema di distribuzione illegale di palinsesti televisivi, serie tv e altri contenuti d’intrattenimento attraverso una piattaforma Iptv “pirata”. Il promotore del sodalizio, nascosto dietro una falsa identità, promuoveva l’offerta online e sui social network, avvalendosi di due collaboratori per la gestione dei clienti e l’assistenza tecnica. Oltre 6mila utenti avrebbero usufruito del cosiddetto “pezzotto”, accedendo ai contenuti attraverso una rete di 46 siti web, di cui 27 sequestrati durante l’operazione. Il giro d’affari generato dalla piattaforma “pirata” ammonterebbe a oltre 850 mila euro in soli quattro anni.
Ma l’aspetto più inquietante dell’indagine riguarda il coinvolgimento del principale indagato nella commercializzazione di video e foto pedopornografici. Durante una perquisizione nella sua abitazione, sono stati rinvenuti circa 1.600 file illegali, diffusi attraverso gruppi WhatsApp con tanto di listino prezzi e conto dedicato.
L’operazione ha portato al sequestro di una sala server abusiva, apparati informatici per la generazione di criptovalute e persino una serra indoor per la produzione di cannabis. Per il promotore del sodalizio si sono aperte le porte del carcere, mentre i due collaboratori sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli utenti che hanno usufruito dello streaming illegale dovranno affrontare sanzioni amministrative che possono raggiungere i 5mila euro. IN ALTO IL VIDEO