L’assenza di notizie ufficiali sul destino di Bashar al-Assad alimenta speculazioni sulla sua fuga in Russia, a seguito della caduta del regime siriano. Le forze ribelli, guidate da al-Jolani, hanno preso il controllo del Paese, ma il futuro del presidente rimane incerto. Il Cremlino ha confermato che Vladimir Putin ha deciso di concedere asilo politico ad Assad e alla sua famiglia, ma non sono emerse conferme su un incontro imminente tra i due leader. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che la situazione in Siria ha sorpreso la Russia, e che le discussioni sul futuro delle basi militari russe nel Paese sono ancora in fase preliminare.
Jolani nomina premier Muhammad Bashir – Nel frattempo, Hayat Tahrir ash Sham (HTS), il gruppo ribelle guidato da Jolani, ha nominato Muhammad Bashir come nuovo premier del governo di transizione a Damasco. Questa decisione, imposta dallo stesso Jolani, segna un ulteriore passo nel consolidamento del potere di HTS nel nord-ovest della Siria. La nomina di Bashir riflette l’intenzione di consolidare il controllo ribelle nelle aree sotto il loro dominio.
Il Consiglio di Sicurezza Onu – A livello internazionale, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito in sessione d’emergenza per discutere gli sviluppi in Siria, su richiesta della Russia. La situazione resta fluida e le sue implicazioni per il Paese e la regione devono ancora essere valutate. La Russia, pur chiedendo un cambiamento di regime, ha sottolineato la necessità di garantire la stabilità nelle sue basi militari.
Gli Stati Uniti – Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito la caduta di Assad un’opportunità storica per il popolo siriano, ma ha anche ribadito che gli Stati Uniti non permetteranno un ritorno dell’Isis nel Paese. Biden ha assicurato che gli Stati Uniti sosterranno una transizione politica in Siria, ma senza consentire la resurrezione del gruppo terroristico. Ha inoltre promesso azioni militari mirate contro eventuali cellule dell’Isis che potrebbero emergere.
La posizione della Cina sulla stabilità siriana – Dal canto suo, la Cina ha chiesto una soluzione politica per ristabilire la stabilità in Siria nel più breve tempo possibile, esortando tutte le parti interessate a lavorare per il bene del popolo siriano. Questo appello riflette il desiderio della Cina di vedere una risoluzione pacifica e duratura del conflitto.
Il ruolo di Israele: preoccupazioni per le armi chimiche – Israele ha compiuto raid contro siti siriani di armi chimiche e missili a lungo raggio, temendo che, dopo la caduta del regime, questi armamenti possano finire nelle mani degli estremisti. Le forze israeliane hanno anche preso il controllo di zone strategiche, tra cui il monte Hermon, segnando il primo ingresso in territorio siriano dal conflitto del 1973. Questa mossa strategica evidenzia le preoccupazioni di Israele riguardo alla sicurezza nella regione.