Smantellata una rete dedita alla commissione di truffe a danno di compagnie assicurative. Coinvolti medici, avvocati e procacciatori di affari. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e del Nas di Caserta hanno dato esecuzione a misure cautelari, emesse dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 23 indagati (22 agli arresti domiciliari e uno sottoposto a obbligo di presentazione), tutti residenti nelle provincie di Caserta e Napoli. Sono 504, complessivamente, le persone sottoposte a indagine.
I destinatari delle misure – Ai domiciliari: Antonio Abatiello, 46enne di Casal di Principe; Emilio Acunzo, 59enne di Caserta; Emilio Baldascino, 38enne di Casal di Principe; Antonio Paolo Caterino, 44enne di Casal di Principe; Carmine D’Aniello, 38enne di Casal di Principe; Raffaella D’Aniello, 35enne di Casal di Principe; Carmine De Simone, 39enne di Napoli; Flavia Davide, 39enne di Castel Volturno; Antonietta Dello Margio, 36enne di Casal di Principe; Gianluca Di Sarno, 40enne di San Marcellino; Guglielmo Di Sarno, 48anni di Casavatore; Domenico Fiorito, 65enne di San Nicola La Strada; Patrizia Intorto, 44enne di Caserta; Antonio Letizia, 52nne di Capodrise; Adriana Mottola, 40enne di Casal di Principe; Angelo Palmiero, 54enne di Marcianise; Gianluca Piazza, 39enne di Casal di Principe; Gennaro Rondinone, 63enne di Lusciano; Patrizia Rubino, 48enne di Casal di Principe; Gianni Russo, 38enne di Casal di Principe; Salvatore Salvemini, 59enne di Santa Maria Capua Vetere; Massimo Vaio, 54enne di Napoli. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giulio Puzzi, 46enne di San Cipriano d’Aversa.
Fratture “vecchie”, documenti e referti medici falsi – Gli inquirenti hanno ricostruito l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero rilevante di episodi di corruzione, falso, truffa, corruzione in atti giudiziari, produzione ed utilizzo di documenti contraffatti al fine di conseguire indebitamente somme di denaro a titolo risarcitorio da compagnie assicurative, a fronte di sinistri stradali in realtà mai avvenuti. Nel corso della complessa attività d’indagine è stato accertato che l’associazione era solita far condurre presso vari Pronto Soccorso, soggetti che presentavano pregresse fratture, i quali, declinando false generalità ed esibendo documenti contraffatti precedentemente consegnati da soggetti compiacenti, si facevano rilasciare referti medici attestanti lesioni. Tali referti venivano successivamente utilizzati per presentare istanze di risarcimento danni alle varie compagnie assicurative per sinistri, di fatto mai avvenuti.
Medici compiacenti in ospedali di Marcianise e Maddaloni – L’organizzazione, inoltre, era solita inviare presso i Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri di Marcianise e Maddaloni, soggetti perfettamente sani, a favore dei quali medici compiacenti, dietro compenso in denaro, rilasciavano falsi referti di Pronto Soccorso attestanti lesioni personali. Tali referti, rilasciati fuori dalle normali procedure di compilazione e registrazione telematica previste dall’Azienda Sanitaria, successivamente venivano dichiarati conformi proprio da un infermiere addetto all’archivio sanitario della Direzione Sanitaria dell’ospedale di Marcianise, al fine di superare il controllo effettuato dalle agenzie investigative incaricate dalle compagnie assicurative coinvolte, ed ottenere quindi l’indebita liquidazione delle somme erogate a titolo di risarcimento danni.
False fatture di cicli di terapia – È stato inoltre ricostruito che i membri dell’organizzazione, a supporto della richiesta risarcitoria, si avvalevano di documentazione medica redatta da medici compiacenti in servizio presso strutture sanitarie pubbliche e private accreditate presso il Servizio sanitario nazionale. A supporto delle istanze risarcitorie venivano utilizzati, inoltre, esami diagnostici redatti su carta intestata di centri diagnostici, risultati carenti sul piano autorizzativo sanitario, oltre che intestati a presunti prestanome. In alcune circostanze, a supporto della documentazione medica, un soggetto, pur non essendo un fisioterapista, forniva al gruppo delle false fatture attestanti l’esecuzione di cicli di fisioterapia, il tutto per corredare la richiesta risarcitoria e fornire a questa maggiore valenza, facendo lievitare gli importi rimborsati.
Sequestri in studi a Qualiano e Casal di Principe – Si è proceduto al sequestro preventivo a carico di due medici coinvolti di oltre 600mila euro complessivi, in parte rinvenuti in contante presso perquisizioni domiciliari, ritenuti provento dell’attività illecita. Acquisiti presso il presidio ospedaliero di Marcianise e presso gli archivi del C.S.A. Consorzio di Cancello Arnone (società che gestisce l’archiviazione della documentazione medica per conto dell’Asl) oltre 1.700 certificati medici irregolari. Infine, sono stati sottoposti a sequestro preventivo uno studio diagnostico sito a Qualiano (Napoli) e relative apparecchiature diagnostiche, nonché un centro fisioterapico sito a Casal di Principe.
“Truffe producono costi più alti per i cittadini” – La Procura aveva chiesto inizialmente 54 misure cautelari ma dopo gli interrogatori del gip eseguiti sulla base della cosiddetta Legge Nordio sono stati emessi 23 provvedimenti cautelari. A 17 indagati è stata anche contestata l’associazione a delinquere finalizzata alle truffe. “Questa indagine sulle truffe alle compagnie assicurative ha svelato uno spaccato di profonda e sistemica illiceità che si ripercuote poi sui cittadini, costretti a pagare premi molto alti”, ha detto il procuratore Pierpaolo Bruni in conferenza stampa.
“Provincia di Caserta terza in Italia per premi più alti” – “Caserta – ha spiegato il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Manuel Scarso – è terza provincia in Italia quanto al pagamento dei più alti premi assicurativi, e ciò dipende proprio dell’elevato numero di incidenti denunciati, una gran parte purtroppo falsi. A pagare per queste attività illecite sono dunque le compagnie ma soprattutto i cittadini”. Scarso ha parlato del coinvolgimento nell’indagine di “tanti colletti bianchi insospettabili, in particolare di medici, che dovrebbero svolgere una professione a supporto delle persone; in questo caso ciò non è avvenuto”. Un’indagine che avrebbe già prodotto un effetto positivo, visto che l’Ania – Associazione nazionale imprese assicuratrici ha convocato le compagnie per discutere di eventuali contromisure e ridurre i premi. IN ALTO IL VIDEO