Aggredisce i genitori, il padre lo uccide a fucilate

di Redazione

Non una lite per problemi di tossicodipendenza ma tensioni familiari che molto spesso causavano liti, l’ultima sfociata nel sangue. E’ quanto sarebbe accaduto a Ornavasso, comune della Bassa Ossola nel Verbano-Cusio-Ossola dove, nella tarda serata di domenica 19 gennaio, intorno alle 22, Nicolò Borghini, 34 anni, è stato ucciso dal padre, Edoardo, con un fucile regolarmente detenuto, nel tentativo di difendere se stesso e la moglie dalla violenza del figlio.

I tre vivevano insieme in una villetta situata in via della Conciliazione dove, al momento dell’omicidio, era presente anche la madre del 34enne, figlio unico. Il padre, ex falegname e operaio ora in pensione, è stato arrestato e condotto in carcere dai carabinieri che, coordinati dalla pm Laura Carrera, hanno sottoposto a sequestro l’abitazione e l’arma utilizzata per l’omicidio, un fucile calibro 12, insieme ad altri quattro fucili, anche questi detenuti regolarmente. Secondo i primi riscontri forniti dagli investigatori, il 34enne ucciso aveva precedenti di polizia.

Subito dopo l’omicidio, il padre ha chiamato le forze dell’ordine, raccontando che cosa era successo e chiedendo il loro intervento. Sul posto sono intervenuti i militari del radiomobile di Verbania e della stazione di Premosello Chiovenda. Poco dopo, nell’abitazione è arrivata un’ambulanza chiamata dai carabinieri. I medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 34enne e stilare un primo referto ai genitori, che avevano subito le percosse dal figlio.

La lite, l’ennesima, sarebbe scoppiata per futili motivi. Nicolò Borghini sembra fosse rientrato a casa dopo aver trascorso la serata fuori in compagnia di un amico e si era innervosito per aver trovato il portone del garage chiuso. Per questo avrebbe avuto un diverbio coi genitori, presto degenerato in un’aggressione fisica ai danni dei genitori, entrambi feriti, in particolare la madre, colpita ripetutamente. La donna avrebbe trovato riparo in una stanza, nella quale il giovane avrebbe provato a entrare. Proprio in quel momento il padre avrebbe deciso di intervenire col fucile e sparare. Il suo avvocato, Gabriele Pipicelli, ci tiene però a sottolineare: “Il mio assistito non ha sparato per uccidere”. “Un padre ha ucciso il figlio, è una disgrazia, nessun genitore vuole la morte del proprio figlio. Non è certo una cosa premeditata o organizzata, è un epilogo infausto in una situazione che si è acutizzata e in cui gli aggrediti erano loro due”, ha spiegato il legale che, alla domanda se ritiene che possa configurarsi la legittima difesa, ha ritenuto che si debba prima svolgere l’udienza di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari.

Nella drammatica vicenda interviene anche il sindaco di Ornavasso, Filippo Cigala Fulgosi: “Conosco Edoardo Borghini – ha riferito all’Ansa – ed è sempre stato un papà molto attento al figlio, ma in senso positivo, non in maniera maniacale. Un padre del tutto amorevole, che si poneva domande e che avrebbe voluto che il figlio trovasse il suo posto nel mondo, che trovasse un’occupazione e la tranquillità: se è accaduto quel che è accaduto, dev’essere successa davvero una catastrofe”. “Il padre, in passato, qualche lacrima di fronte a me l’ha versata. – ha aggiunto il sindaco – Ho visto più volte un papà preoccupato per il figlio, un padre molto attento rispetto a tanti altri genitori. Sono stato estremamente colpito dal gesto, conoscendo il padre e il suo amore per il figlio”. “Ho saputo – fa sapere il primo cittadino – che ultimamente in casa c’erano state difficoltà e frequenti litigi ma non so le cause. Il ragazzo una decina di anni fa ha lavorato per un breve periodo per il Comune come operaio con una borsa lavoro. Poi ero rimasto al fatto che avesse trovato un’attività fissa, ma negli ultimi tempi avevo perso dai radar la sua situazione”.

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