“I giovani sono, purtroppo, ammaliati e assorbiti dai social che spesso sono una vetrina per le mafie, soprattutto TikTok”. A ribadirlo il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ospite di uno degli appuntamenti organizzati dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, nell’ambito dei percorsi sulla legalità.
“Dieci anni fa la camorra le mafie, lavoravano su Facebook, oggi lo fanno su TikTok dove si danno messaggi sbagliati, con giovani delinquenti che ostentano ricchezza, auto, orologi e abbigliamento di lusso”. E ciò, inevitabilmente, può attrarre giovani in cerca di soldi facili. Per Gratteri il dramma sono anche i genitori, in particolare quelli nella fascia di età tra i 45 e i 50 anni, “scostumati, arroganti, che pensano di comprare l’attenzione e l’affetto dei figli, dandogli ragione pur sapendo che hanno torto”, dice il procuratore. Non è la prima volta che Gratteri parla di social utilizzati dalle mafie per abbindolare i ragazzi ma anche per far passare “messaggi in codice” o “avvertimenti”, tant’è che già lo scorso anno una delegazione di TikTok ha raccolto l’allarme e manifestato la volontà di impegnarsi per “fare pulizia” tra i contenuti pubblicati sulla sua piattaforma.
Nell’aula Franciosi di Palazzo Melzi, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Gratteri ha risposto per più di un’ora alle domande di studenti e dottorandi offrendo uno spunto di riflessione fondamentale sulle varie tematiche affrontate. Attraverso la sua esperienza e le sue intuizioni, ha illustrato come la legalità debba essere intesa come un valore da perseguire attivamente e non come semplice norma da rispettare. Ha sottolineato che la legalità è un processo dinamico, che richiede vigilanza e partecipazione, e che ogni cittadino ha un ruolo da svolgere nel rafforzare la cultura della legalità all’interno della propria comunità. Un lungo botta e risposta tra i ragazzi e il procuratore attraverso esempi ed esperienze, mettendo al centro l’attualità del tema della legalità che si riflette anche nei dibattiti pubblici e nelle politiche attuate a livello nazionale e internazionale.
Il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Raffaele Picaro, ha sottolineato l’importanza di incontri come quello con Gratteri, affermando: “Questi eventi rappresentano un’opportunità preziosa per i nostri studenti e dottorandi, poiché permettono loro di confrontarsi direttamente con esperti del settore e di approfondire tematiche fondamentali per la formazione di giuristi consapevoli e impegnati. La legalità è un valore che deve permeare ogni aspetto della nostra società, e attraverso il dialogo e la condivisione di esperienze, possiamo costruire una cultura della legalità che sfidi le ingiustizie e le illegalità presenti nel nostro contesto”. Picaro ha inoltre evidenziato come tali incontri contribuiscano a creare una connessione tra il mondo accademico e le istituzioni, preparando i futuri professionisti del diritto a rispondere in modo efficace alle sfide della giustizia contemporanea. “Siamo convinti – ha aggiunto – che l’educazione alla legalità non debba limitarsi alla teoria, ma debba essere un processo attivo e partecipativo, in cui ogni singolo studente si senta parte di un cambiamento che va oltre le aule universitarie”. IN ALTO IL VIDEO