Napoli, omicidio madre del tiktoker Donato De Caprio: vicina di casa condannata all’ergastolo

di Redazione

Napoli – Si conclude con una condanna all’ergastolo il processo a Stefania Russolillo, 48 anni, riconosciuta colpevole dell’omicidio di Rosa Gigante, 72 anni, mamma del noto tiktoker Donato De Caprio, titolare della catena di salumerie “Con mollica o senza”. La sentenza è stata emessa dalla Corte di Assise di Napoli nell’aula 114 del Nuovo Palazzo di Giustizia, dopo un anno e due mesi di processo.

L’omicidio risale al 18 aprile 2023, quando Rosa Gigante, ipovedente, fu brutalmente uccisa nella sua abitazione nel quartiere Pianura di Napoli. La sentenza, accolta dagli applausi dei familiari della vittima, mette fine a un caso giudiziario che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.

La Procura di Napoli ha contestato all’imputata l’omicidio aggravato dalla premeditazione, la rapina aggravata e la tentata distruzione di cadavere. Secondo gli inquirenti, Russolillo avrebbe pianificato la rapina per circa un mese prima di agire. Il giorno del delitto riuscì a introdursi nell’abitazione della vittima con l’inganno, con l’intento di appropriarsi di gioielli e denaro. Una volta all’interno, Russolillo avrebbe utilizzato un tubo di gomma per strangolare la 72enne, dopo averla scaraventata contro le pareti e il pavimento. Prima di lasciare la scena del crimine, avrebbe anche cercato di incendiare il cadavere per occultarne le tracce.

Decisivo per l’esito delle indagini è stato il contributo del marito di Russolillo, che informò la Polizia di Stato collegando il crimine alla moglie. L’omicidio avvenne nell’abitazione di via Vicinale Sant’Aniello, a Pianura. Le dichiarazioni dell’uomo hanno fornito agli investigatori elementi fondamentali per ricostruire la dinamica dei fatti e attribuire le responsabilità.

La camera di consiglio è iniziata dopo l’arringa difensiva dell’avvocato Alfonso Trapuzzano, durata circa due ore. Tuttavia, le argomentazioni della difesa non hanno convinto la Corte, che ha emesso il verdetto più severo. Il processo ha evidenziato come la premeditazione e la brutalità dell’azione abbiano rappresentato fattori determinanti per la condanna all’ergastolo. La decisione rappresenta un segnale di giustizia per la famiglia di Rosa Gigante, che ha sempre chiesto con forza che la verità venisse a galla. Nella foto, da sin. Russolillo, De Caprio e Gigante

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