Reportage NYT su Napoli, Ditto: “Impossibile delegare il racconto della città solo ai content di Instagram”

di Redazione

Napoli – “Il New York Times, parlando di Napoli, è riprova ancora una volta che questa città continua ad attrarre ed essere suggestiva. Da grande giornale qual è, il suo racconto tesse le lodi di Partenope ma ne restituisce anche le complessità e possiamo solo esserne grati, perché la patina da città stupenda e senza macchia è talmente irreale da essere lesiva dell’esperienza del turista, specialmente se vogliamo creare un turismo di ritorno”. Parola di Enrico Ditto, imprenditore di lungo corso nel settore dell’hospitality con diversi B&B attivi nel centro della città partenopea.

“Come al solito abbiamo polarizzato il dibattito sul parlar bene o male della città, senza renderci conto che questo è il primo limite del dibattito che rischia di paralizzare la nostra crescita”, tuona Ditto. “Se è vero che con decoro e pregiudizi facciamo i conti ogni giorno, è invece lampante che raccontare i nostri giovani e i loro problemi per il giornale americano vuol dire allargare il campo del dibattito. E ne dovremmo essere felici: non siamo più la Cenerentola del turismo low cost ma un fenomeno sociale che vuole essere compreso anche all’estero”.

“Fatta questa premessa – continua l’imprenditore – mi soffermerei su ‘quell’altra Napoli che non si vede su Instagram’ che cita il quotidiano statunitense. Abbiamo riprova di come la promozione dell’immagine della città debba passare per una strategia condivisa e una progettualità in capo alle amministrazioni cittadine. Ne abbiamo l’esempio con Dubai, Abu Dhabi ma anche Lisbona e altre città europee. Questa cosa a Napoli manca. Affidiamo tutto alla buona sorte nel prossimo e a una fiducia spassionata negli influencer e travel blogger il cui racconto patinato tradisce spesso una rappresentazione di Napoli grottesca, fiabesca. È chiaro in tal caso che i delusi – una volta scontrati con le criticità normali di una città di questa dimensione e attrattività – finiscano per fare effetto boomerang”.

“Questo – conclude Ditto – finisce per essere lesivo per il turismo di ritorno e i danni li stiamo contando già oggi, con un Natale non all’altezza delle aspettative e un trend che sembra essere ormai nella parte discendente della curva. Quindi bene il campanello d’allarme del NYT, che come tale deve essere interpretato”.

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