Le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, l’area campana coinvolta nei decenni scorsi nell’interramento di rifiuti tossici. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia che, pur riconoscendo la situazione, non ha preso le dovute misure. La Cedu ha stabilito che l’Italia deve introdurre, senza indugio misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione. La sentenza è definitiva.
“Quante calunnie abbiamo dovuto subire; quante minacce; quante derisioni; quante offese; quante illazioni… I negazionisti, ignavi, collusi, corrotti, ci infangavano… Siamo andati avanti. Convinti. Vedevamo con i nostri occhi lo scempio delle nostre terre e delle nostre vite”. Così, don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, tra i simboli della lotta ai veleni nell’area tra le province di Napoli e Caserta, commenta la sentenza. “Grazie a tutti i volontari… – scrive sui social don Maurizio – grazie ai medici per l’ambiente… grazie alle Chiese campane con i loro vescovi e i loro preti… grazie al quotidiano ‘Avvenire'”.
Il presule rivolge un “ricordo commosso ai nostri morti di cancro”: “Ai miei fratelli Giovanni e Francuccio. A mia cognata Giuseppina e a mio nipote Severino. Ai tanti, tanti bambini, ragazzi, giovani genitori che il cancro in questi anni ha dilaniato e ucciso. Un ricordo particolare per il compianto magistrato Federico Bisceglia. A tutti voi che con noi avete lottato, sofferto, ingioiato lacrime e amarezze, un abbraccio grande quanto il sole”.