“La Corte europea dei diritti umani ha riconosciuto ciò che i cittadini della cosiddetta ‘Terra dei fuochi’ denunciavano da anni, pagando sulla propria pelle un prezzo altissimo. Una sentenza storica che rimette le cose al posto giusto, ripristinando la verità: l’Europa, che sembra così lontana, si è rivelata molto più vicina ai cittadini di quanto, colpevolmente, non lo siano stati apparati dello Stato italiano. Ancora una volta, sul tema ambientale, è l’Europa a indicare la giusta direzione”. Così la direttrice generale del Consorzio nazionale dei rifiuti dei beni in polietilene “Polieco”, Claudia Salvestrini, commenta la condanna dell’Italia che, secondo la Corte di Strasburgo, pur riconoscendo la situazione, non ha adottato le dovute misure per tutelare i cittadini dell’area campana, interessata da scarichi illeciti di rifiuti.
Agli attivisti, ai comitati, a tutti coloro che hanno scelto di far valere il proprio diritto alla salute e a un ambiente sano, Salvestrini esprime “gratitudine per aver dimostrato con la cittadinanza attiva l’esistenza di un sistema malato nella gestione dei rifiuti e soprattutto per aver indicato a popolazioni di altri territori, ugualmente feriti, la strada della consapevolezza”.
Tenere accesi i riflettori per promuovere conoscenza, approfondimento e proposte sul tema ambientale, in Campania, è sempre stata una priorità per il consorzio Polieco. “Non è un caso – ricorda Salvestrini – se abbiamo scelto proprio la Campania per il Forum internazionale sull’economia dei rifiuti, giunto ormai alla sua sedicesima edizione. Da Caivano a Casal di Principe, abbiamo promosso numerosi incontri su ambiente e salute. Dai rifiuti tombati dalla camorra ad oggi, il fenomeno dei flussi illeciti dei rifiuti non si è mai arrestato, anzi oggi sappiamo che, in realtà, le Terre dei Fuochi non riguardano solo un territorio ma sono sparse in varie parti d’Italia e del mondo”.
L’allarme sugli ecoreati è stato lanciato di recente anche dal procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, intervenuto ieri alla presentazione della relazione annuale della Commissione d’inchiesta bicamerale sul ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali e agroalimentari, presieduta dall’onorevole Jacopo Morrone. “Da quel ‘La monnezza è oro’, definizione che trent’anni fa un camorrista dava delle opportunità di profitto criminale collegato al mondo dei rifiuti, molto è cambiato: ciò che in quel tempo appariva come un’eccezionale dimensione di rischio criminale si sarebbe presto rivelato come un teatro abituale dell’operatività di reti criminali sempre più complesse, estese e ramificate”, ha affermato il procuratore Melillo.
Da oggi, come indicano i giudici della Corte europea, le autorità italiane dovranno adottare una strategia che affronti tutti i vari tipi d’inquinamento e in tutte le zone interessate. “L’auspicio è che si passi presto dagli slogan ai fatti. Intanto, come consorzio Polieco, – conclude la direttrice Salvestrini – continueremo, in ‘Terra dei fuochi’, a portare avanti progetti a tutela dell’ambiente, come quello sul corretto avvio a riciclo dei rifiuti plastici in agricoltura, che ci vede già impegnati con le associazioni di categoria e il commissario per l’emergenza roghi Ciro Silvestro”.