Il presidente Donald Trump ha dato il via a una delle sue promesse elettorali più ambiziose: l’espulsione di massa dei migranti irregolari. In un post ufficiale sui social, la Casa Bianca ha reso pubblico l’inizio delle operazioni, accompagnando il messaggio con l’immagine di una fila di migranti ammanettati e in catene, mentre venivano imbarcati su un aereo cargo militare. Con la scritta “I voli di espulsione sono iniziati. Promessa fatta, promessa mantenuta”, il presidente ha ribadito la sua posizione intransigente contro l’immigrazione illegale. “Cacciamo i criminali”, ha aggiunto Trump, definendo questa operazione come un passo fondamentale per proteggere i confini americani.
Le operazioni di espulsione – Le autorità statunitensi hanno iniziato ad attuare la vastissima campagna di deportazioni, concentrandosi inizialmente su individui con precedenti penali gravi. Tra i migranti espulsi c’è anche Magdaleno Zenen Hernandez Garcia, un individuo già condannato per abusi sessuali su un minore. La Casa Bianca ha sottolineato che questa fase delle espulsioni rappresenta solo un’anticipazione del lavoro che l’amministrazione Trump sta facendo per mettere in sicurezza i confini. L’immagine della deportazione di questi criminali è stata scattata a Biggs Army Airfield, una base militare situata a Fort Bliss, El Paso, in Texas, e il volo con a bordo i migranti è partito alla volta del Guatemala.
Il blitz dell’ICE – Pochi giorni dopo l’inizio della presidenza, l’amministrazione Trump ha avviato un blitz che ha visto l’arresto di 538 immigrati illegali e l’espulsione di centinaia di essi. Questi arresti hanno avuto luogo in diverse aree del Paese, con un focus particolare su quelli che hanno un passato criminale. In particolare, le forze dell’ordine hanno intensificato le operazioni nelle città a “santuario”, come Boston, dove l’amministrazione locale si è rifiutata di collaborare con le operazioni di espulsione. Nonostante le critiche e il dissenso da parte dei governi locali, l’amministrazione Trump ha continuato a perseguire con determinazione la sua politica sull’immigrazione, cercando di inviare un messaggio chiaro agli altri Paesi.
Il rafforzamento dei confini – La legge per il secondo mandato di Trump, il Laken Riley Act, ha ricevuto il via libera dal Congresso con l’approvazione bipartisan di 46 democratici. La legge prevede misure draconiane per limitare l’immigrazione illegale, con un massiccio rafforzamento delle forze al confine con il Messico. L’approvazione della legge ha segnato un punto di svolta, consolidando la politica di Trump contro l’immigrazione clandestina. La proposta ha guadagnato il sostegno di molti repubblicani e ha visto una maggiore spinta verso il rafforzamento delle politiche di sicurezza, nonostante le resistenze di alcuni membri del partito democratico.
Le nuove direttive sul confine e il diritto d’asilo – Tra le misure più controverse adottate dal presidente Trump, c’è quella che prevede l’invio di 10.000 soldati al confine meridionale per sostenere le operazioni di arresto e controllo. Una direttiva interna all’ufficio delle dogane stabilisce che agli agenti di frontiera venga dato il potere di negare l’ingresso ai richiedenti asilo se provenienti da Paesi con malattie trasmissibili, un provvedimento che potrebbe estendersi a chiunque venga da una zona colpita da epidemie, inclusi malattie banali come il raffreddore. La stretta include anche l’espansione dei poteri dell’ICE, che ora potrà arrestare migranti anche nelle chiese e nelle scuole, luoghi che precedentemente erano considerati “santuari” protetti.
Il futuro delle espulsioni e le polemiche – Il nuovo provvedimento di Trump prevede la detenzione e l’espulsione di una vasta categoria di migranti senza documenti, anche quelli accusati di crimini minori. Mentre queste misure sono state accolte con favore dai sostenitori di Trump, che le considerano un passo necessario per garantire la sicurezza nazionale, le politiche sono state severamente criticate dalla Conferenza Episcopale Americana, che ha denunciato l’eccessiva durezza nei confronti di migranti vulnerabili. Il presidente dei vescovi, Timothy Broglio, ha espresso il suo dissenso, accusando l’amministrazione di trattare i migranti con disumanità. Nonostante le critiche, Trump sembra determinato a proseguire con la sua agenda sull’immigrazione, determinato a mantenere la promessa fatta ai suoi elettori.