Lusciano, quattro esponenti dell’ex maggioranza a Mariniello: “Traditi noi e tutti i luscianesi”

di Redazione

Lusciano (Caserta) – “Siamo stati traditi noi e tutti i luscianesi”. Con queste parole si apre la dura presa di posizione dell’ex vicesindaco Maria Consiglia Conte, dell’ex assessore Luigi Abate e degli ex consiglieri Filippo Ciocio e Luigi Tamburrino, questi ultimi due fra i firmatari, insieme a agli esponenti dell’opposizione, che hanno sancito la fine anticipata dell’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Mariniello.

“Abbiamo aspettato qualche giorno perché indubbiamente la caduta di un’amministrazione comunale dopo soli 19 mesi è stata una scelta traumatica, dolorosa ma inevitabile”, spiegano i quattro. “Negli ultimi mesi, l’amministrazione ha subito diversi scossoni. Già in autunno i consiglieri Augusto Abategiovanni e Rosario Massa avevano iniziato a ricattare il sindaco con un documento mai protocollato, in cui minacciavano la dichiarazione di indipendenza se il sindaco non avesse obbedito alle loro richieste. Questa vicenda portò alle prime dimissioni di Mariniello”.

La crisi si è acuita ulteriormente con la dichiarazione ufficiale di indipendenza di Abategiovanni, Massa e Luisa Mottola, avvenuta il 4 febbraio scorso. Da quel momento, secondo i dimissionari, il sindaco ha evitato una verifica di maggioranza e non ha mai convocato riunioni ufficiali, preferendo incontri riservati: “Non è mai stato chiarito come il presidente del Consiglio in carica potesse dichiararsi indipendente senza prima dimettersi. Nel frattempo, i tre consiglieri hanno avanzato richieste di ogni genere, tra cui la ridefinizione degli incarichi in giunta e l’espulsione di alcuni membri della maggioranza. Tutto ciò con il tacito consenso del sindaco, che non confermava né smentiva nulla”.

Secondo i consiglieri dimissionari, la crisi amministrativa è stata accompagnata da una campagna di attacchi mediatici e sui social. “Negli ultimi mesi, il settore Lavori pubblici è stato bersagliato da critiche, fake news e segnalazioni agli organi superiori, con l’unico obiettivo di bloccare i progetti e danneggiare la vicesindaco Conte”, affermano. “Il paradosso è che molte di queste critiche sono arrivate proprio dal gruppo politico che faceva capo all’ex assessore ai Lavori pubblici, lo stesso che poi cercava in ogni modo di rientrare in giunta con numerosi incarichi, in accordo sottobanco con il sindaco”.

L’azione politica degli indipendenti e il loro pressing, unito alla mancanza di una linea chiara da parte del sindaco, hanno provocato il caos all’interno della casa comunale: “Si è creato un clima insostenibile: amministratori, dipendenti e tecnici si sono trovati in una situazione di continua tensione, dove più che amministrare si pensava agli intrighi politici”. I dimissionari sottolineano come la loro intenzione fosse quella di portare avanti importanti progetti per il territorio, già finanziati e avviati, ma puntualmente bloccati per logiche di potere: “Mariniello non ha mai preso posizioni chiare per difendere amministratori, dipendenti e procedure in corso, lasciando la casa comunale in una paralisi totale”.

L’episodio che ha coinvolto la comandante della Polizia municipale, diffuso da alcuni organi di stampa, è stato solo l’ultimo tassello di un quadro già compromesso: “Anziché difendere l’amministrazione da notizie false e strumentali, il sindaco ha preferito lasciare che tutto ricadesse sulla vicesindaco per isolarla ancora di più”. Alla luce di tutto ciò, ritengono che la decisione di mandare a casa con anticipo l’amministrazione fosse inevitabile per il bene di Lusciano: “Negli ultimi giorni, per accontentare chi avanzava continue richieste, il sindaco stava preparando un rimpasto di giunta con scelte pericolose per la salute pubblica. Abbiamo capito che era impossibile andare avanti: Mariniello era sotto ricatto e non aveva l’autonomia per governare. La nostra scelta – concludono – ha liberato Lusciano, ma anche lo stesso sindaco dal peso del suo immobilismo e delle sue incertezze”.

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