Mondragone (Caserta) – “Sul dissesto in cui Zannini/Pacifico/Lavanga hanno fatto precipitare il comune di Mondragone si continua a gettare fumo e confusione”. Lo sostiene l’Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune.
Riceviamo e pubblichiamo: «In un affannato “porta a porta” si cerca di occultare miseramente le responsabilità ben precise di chi ha portato l’Ente al fallimento e di minimizzare una vicenda che è invece assolutamente grave. Ma i fatti sono fatti, hanno la testa dura. Il Comune di Mondragone da anni versa in una condizione strutturalmente deficitaria. Una condizione rilevabile da parametri prestabiliti e, quindi, oggettiva, che l’Ambc ha (almeno dal 2017) annualmente denunciato e che soprattutto i Revisori dei conti hanno messo nero su bianco a partire dal 2018. Una condizione oggettiva, tanto che il nostro Comune è già da tempo sottoposto a livello centrale a controlli relativi alle dotazioni organiche del personale e alla copertura dei costi di determinati servizi.
Da quando è stata certificata la situazione di squilibrio strutturale del bilancio, in grado di provocarne il dissesto finanziario, ovvero con la Giunta voluta da Zannini, di cui Pacifico era sindaco e Lavanga vicesindaco, il Comune avrebbe dovuto farla finita con le spese allegre, avrebbe dovuto mettere in campo una rigorosa revisione della spesa e una lotta senza quartiere all’evasione e all’elusione e avrebbe dovuto attivare la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Una procedura, avviata autonomamente dall’ente, che evita il ricorso alla gestione commissariale e lascia la gestione finanziaria totalmente in capo all’organo elettivo, sebbene l’ente sia sottoposto a penetranti controlli volti a impedire che la situazione sfoci in un dissesto.
Purtroppo, Pacifico/Lavanga per 5 lunghi anni hanno amministrato come se non vi fosse problema alcuno, hanno perso tempo e per tutta la scorsa Consiliatura non hanno previsto ed approvato il Piano di riequilibrio. Una gravissima scelta che ha peggiorato di molto una situazione già critica. Perché per 5 anni non si è preso atto della reale situazione del bilancio? Chi non ha voluto procedere nel 2018 (quando i Revisori lo avevano proposto e sollecitato), nel 2019, nel 2020 e nel 2021 all’adozione del Piano pluriennale di riequilibrio? E perché? E’ stato Pacifico a non volere (o potere) adottare il Piano di riequilibrio? Queste sono le risposte che andrebbero date ai cittadini e non le balle che stanno facendo circolare in questi giorni.
Finalmente nel 2022 decidono di ricorrere al Piano pluriennale di riequilibrio e lo fanno in “solitaria” come sempre (sempre al seguito dell’eterna burocrazia, la stessa che ha gestito i conti poi rivelatisi sfasciati) e senza alcun coinvolgimento (neppure informativo) della città. Il Piano, che si riesce a conoscere solo all’atto della supina approvazione consiliare, è dall’Ambc immediatamente bollato come inidoneo. C’è anche da dire – purtroppo – che anche nel lasso di tempo tra l’approvazione del Piano e la sua bocciatura (per altri 2 anni) l’Amministrazione Lavanga ha continuato ad agire (o a non agire) incurante del fardello enorme di debiti che ci portiamo addosso. E così la Corte dei conti, dopo una lunga e serrata interlocuzione con il Comune e la sua burocrazia, ha bocciato sonoramente il Piano.
Quindi, non solo Pacifico/Lavanga hanno perso tempo prezioso per risanare l’Ente, continuando per 5 lunghi anni ad amministrare scialacquando e senza correre ai ripari, ma Lavanga ha presentato e fatto approvare dalla sua maggioranza addirittura un Piano sbagliato perché non idoneo, un Piano che la Corte dei conti ha motivatamente bocciato. E dopo tale bocciatura, confermata dalle Sezioni Riunite, la dichiarazione di dissesto è obbligatoria. Bene hanno fatto i Consiglieri d’opposizione a chiedere la convocazione immediata del Consiglio comunale e l’iscrizione del punto all’ordine del giorno. Un Consiglio comunale che il Sindaco ha già arrogantemente (e illegittimamente) fatto fuori in occasione del costosissimo ricorso alle Sezioni Riunite della Corte dei conti.
I fatti, come si vede, certificano inconfutabilmente le responsabilità di quanto è accaduto. Responsabilità gravi che dovrebbero spingere Lavanga a prendere la nobile decisione (dopo tanti anni di Consigliere comunale, Consigliere provinciale, Assessore, Vicesindaco e Sindaco) di farsi definitivamente da parte. Si sono dimostrati incapaci. Hanno fallito. E’ finito un ciclo, che non poteva che finire miseramente, visti gli attori in campo. Bisogna farsene una ragione e liberare la città. Delle tristi ricadute che si avranno con il dissesto in cui ci hanno fatto sprofondare Zannini/Pacifico/Lavanga, la Città non tarderà purtroppo ad accorgersi».