È indagato per omicidio colposo il padre di Giulia Loffredo, la bimba di nove mesi sbranata dal pitbull di famiglia mentre dormiva nella camera dei genitori, ad Acerra (Napoli). L’accusa di omessa custodia e vigilanza del cane mentre era impegnato ad accudire la bambina è stata formulata dalla Procura di Nola, che ha aperto un fascicolo sulla morte della piccola e disposto l’autopsia. Secondo gli inquirenti, Vincenzo Loffredo, 25 anni, era in un sonno profondo a causa dell’hashish: al test tossicologico è risultato positivo all’uso di cannabinoidi, negativo per cocaina, alcol e oppiacei.
L’uomo ha raccontato agli inquirenti di non essersi accorto di nulla perché anche lui, come la piccola, dormiva in atteso del rientro della moglie che era al lavoro. Ha sostenuto di non aver sentito né il cane né le urla della bambina addentata al volto ed alla testa dal pitbull tenuto in casa. L’animale era privo di microchip, come ha spiegato lo stesso giovane che l’altra notte, in ospedale, aveva invece raccontato ai medici di un’aggressione da parte di un randagio. Questa versione è stata cambiata poi davanti agli inquirenti, quando tra le lacrime ha ammesso che Giulia era stata aggredita dal suo pitbull.
Gli investigatori stanno cercando di verificare se l’uomo fosse veramente in casa, al primo piano di un alloggio popolare del rione Ice Snei, e se si sia veramente soltanto addormentato. Intanto, ha acquisito le immagini delle telecamere di zona. L’altro cane tenuto in casa, invece, un meticcio di piccola taglia, era regolarmente registrato.
La madre, Angela, 22 anni, che al momento dell’aggressione era a lavoro in una pizzeria poco lontana, ha riferito che “Tyson”, il pitbull, non aveva mai mostrato segni di aggressività nei confronti della piccola, e neanche nei confronti di altre persone. Di diverso avviso i vicini di casa, che continuano a puntare il dito contro l’animale, ora in custodia con l’altro cane, in un canile convenzionato con l’Asl Napoli 2 a Frattaminore. I residenti del rione dove vive la coppia di genitori, raccontano che lo stesso pitbull abbia ucciso la scorsa estate un cagnolino portato a spasso da una dog-sitter. Ma all’Asl, a quanto si apprende, non risulta alcuna denuncia di un simile episodio.
L’Asl non ha confermato l’indiscrezione sul fatto che non siano state trovate tracce di Dna della bimba sulle mandibole del cane. Le analisi continuano e si attendono i test sulle feci per accertare la presenza di residui umani. Si è conclusa, intanto, l’autopsia disposta dai pm di Nola: «L’autopsia ha stabilito che la bambina è stata morsa dal cane. Intanto la salma di Giulia è stata liberata: domani mattina, giovedì, si terranno le esequie nel Duomo di Acerra». A dichiararlo è stato l’avvocato del padre della bambina. La possibile assenza di sangue tra le mandibole del pitbull – spiega ancora l’avvocato – potrebbe dipendere dal fatto che il cane dopo aver azzannato e ucciso la bambina abbia bevuto dell’acqua e fatto scomparire dalla bocca le tracce di sangue».
I nonni della piccola sono comunque sicuri: Giulia è stata uccisa dal morso letale del pitbull. «Sappiamo ogni cosa di quello che è successo – affermano – sabato notte Vincenzo si è addormentato accanto alla nostra nipotina quando all’improvviso il cane ha afferrato la piccola e l’ha trascinata a terra. Quella bestia ha agito in totale silenzio. Quando nostro genero si è svegliato ha trovato la bambina sul pavimento, avvolta nel sangue. Poi il medico legale ci ha detto che il cane le aveva spezzato il collo appena l’ha afferrata».