Almasri, Nordio: “Atto Cpi era nullo”. Piantedosi: “Nessun ricatto al governo”

di Redazione

“La comunicazione della questura al ministero è avvenuta ad arresto già fatto”, è iniziata così l’informativa alla Camera sul caso Almasri del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Il 20 gennaio il procuratore della Corte d’appello di Roma trasmetteva il complesso carteggio sull’arresto di Almasri al ministero della Giustizia alle 11.40. Alle 13.57 il nostro ambasciatore all’Aja trasmetteva al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio, ha precisato. “Il ruolo del ministro non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste: è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni organo dello Stato”. “Non faccio da passacarte. – ha proseguito Nordio – Inoltre serve valutare la coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Cpi. Questa coerenza manca completamente e quell’atto era nullo”.

Nordio: “Una parte della magistratura è stata sciatta” – “Mi ha deluso l’atteggiamento di una certa parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato del ministero senza aver letto le carte. Cosa che può essere perdonata ai politici ma non a chi per mestiere le carte le dovrebbe leggere. Con questa parte della magistratura, se questo è il loro modo di intervenire in modo sciatto, questo rende il dialogo molto, molto, molto più difficile”, ha sottolineato il ministro della giustizia.

Piantedosi: “Almasri mai nostro interlocutore sui migranti” – Osama Njeem Almasri “non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri.

“Nessun ricatto al governo su Almasri” – “Smentisco, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni. Al contrario, ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni (anche in chiave prognostica) nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese”, ha aggiunto Piantedosi.

“Almasri espulso per la sicurezza dello Stato” – “L’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico, che il governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell’interesse nazionale che è ciò a cui lo Stato deve sempre attenersi nell’obiettivo di evitare, in ogni modo, un danno al Paese e ai suoi cittadini”, ha proseguito il ministro dell’Interno. I parlamentari di maggioranza hanno applaudito alzandosi in piedi al termine delle informative alla Camera sia del ministro Carlo Nordio, sia del ministro Matteo Piantedosi.

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