Si sono svolti in forma privata, lontano da occhi indiscreti, i funerali della piccola Giulia Loffredo, la bimba di nove mesi morta nella notte tra sabato e domenica dopo l’aggressione del pitbull di famiglia mentre dormiva accanto al padre.
La cerimonia si è tenuta nel Duomo di Acerra, alla presenza di pochi intimi. La famiglia aveva chiesto il massimo riserbo, anticipando le esequie per evitare clamore. All’uscita del feretro, in piazza, sono stati liberati in cielo decine di palloncini bianchi intrecciati a formare una coroncina del Santo Rosario. Il carro funebre è poi uscito dal retro della chiesa, seguito dall’auto con a bordo i genitori, protetti dagli amici che hanno cercato di impedire scatti e riprese.
Durante la celebrazione, don Gustavo Arbellino, viceparroco della Cattedrale, ha rivolto parole di conforto ai genitori: “Avete affidato Giulia alla Madonna. Ripartite dal vostro amore, quello che vi ha donato questa meravigliosa bambina, ora sotto il manto della Vergine”. I genitori, affranti, sono rimasti accanto alla piccola bara bianca senza mai distogliere lo sguardo, mentre poco distanti sedevano nonni e bisnonni. Il sacerdote ha poi ricordato la madre della piccola, cresciuta proprio in quella chiesa: “Se le pietre di questa cattedrale potessero parlare, racconterebbero la vita piena di gioia di Angela. Oggi non dobbiamo chiederci il perché di questa tragedia, ma affidare questa bambina alla custodia del Signore. Sostenetevi a vicenda in questo momento di dolore”.
Sul fronte delle indagini, emergono i primi dettagli. L’autopsia ha confermato che Giulia è morta per la rottura del collo, provocata dal morso dell’animale. Restano ancora diversi punti da chiarire: inizialmente, il padre, Vincenzo Loffredo, 25 anni, aveva riferito che la figlia era stata aggredita da un randagio, salvo poi ritrattare. Secondo la sua ultima versione, si sarebbe addormentato accanto alla bimba e, al risveglio, l’avrebbe trovata in una pozza di sangue. Dopo la disperata corsa alla Clinica Villa dei Fiori, per la piccola non c’è stato nulla da fare. L’uomo, attualmente indagato per omicidio colposo, è risultato positivo alla cannabis.
Gli inquirenti della Procura di Nola stanno cercando di ricostruire con esattezza quanto accaduto e verificare se il giovane fosse effettivamente in casa al momento della tragedia. Nel frattempo, si attendono gli esiti degli esami condotti sui cani da parte dell’Asl Napoli Nord, che mantiene il massimo riserbo.