Blitz anticamorra nel Napoletano: 27 arresti, ci sono anche 4 minorenni

di Redazione

Sono 27 gli arresti eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo Castello di Cisterna: 23 sottoposte in carcere e 4 ai domiciliari. I reati, contestati a vario titolo  dalla Dda (pm Henry John Woodcock) e aggravati dal metodo mafioso, sono, associazione di tipo mafioso, tentata estorsione, estorsione, detenzione e porto di armi, pubblica intimidazione con uso di armi, incendio, tentato omicidio, ricettazione, associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione a fine di spaccio di droga, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, rapina, usura e sequestro di persona.

I destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Napoli Enrico Campoli su richiesta della Dda sono presunti affiliati ai gruppi criminali rivali “Ferretti” e “Cipolletta”, che operano nella zona di Pomigliano d’Arco e in territori limitrofi. Si tratta di due clan in lotta tra loro per il controllo del territorio e del mercato della droga ritenuti responsabili di azioni di fuoco, incendi e tentati omicidi.

Tra gli arrestati ci sono quattro minorenni, a uno dei quali è stato contestato anche il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Lo ha reso noto il procuratore dei minorenni di Napoli Patrizia Imperato, presente, con il procuratore Nicola Gratteri, a una conferenza stampa. Uno, ha spiegato, quello a cui è stato contestato il reato associativo, aveva tatuato sul braccio il nome del clan: “Particolarmente spregiudicato – ha spiegato Imperato – era intraneo al clan Cipolletta per il quale svolgeva compiti fiduciari. Mostrava di avere particolare interesse nei confronti di quello che faceva e mostrava senso di fierezza e di appartenenza al clan. Aveva tatuato sul polso il nome del clan Cipolletta”.  Si tratta, è stato spiegato, del figlio di un affiliato morto mentre tentava di bruciare un’auto rubata. Anche gli altri tre arrestati erano particolarmente spregiudicati: “esageravano le loro azioni per accreditarsi, ottenere l’up-grade e diventare anche loro affiliati”.

Dalle indagini è emerso che gli indagati “sarebbero stati cooptati all’interno dell’organizzazione criminale dei Cipolletta – scrive la procura – sia come partecipi dell’associazione sia come ‘manovalanza’ per il compimento di specifici reati volti ad agevolarne il programma criminale”. Questa manovalanza sarebbe stata reperita facilmente e a basso prezzo: risulterebbe, infatti, dagli esiti investigativi che il pagamento “a cottimo” dei partecipanti prevedesse per i minori un compenso ridotto rispetto a quello dei maggiorenni. Malgrado questa “minore considerazione” da un punto di vista remunerativo, tutti gli indagati – precisa la procura – avrebbero mostrato una particolare violenza ed efferatezza, spesso eccessiva rispetto allo scopo, di cui si sarebbero poi vantati, probabilmente con l’intento di accreditarsi agli occhi del capo. Uno di loro, sentendosi parte di un gruppo criminale con disponibilità di armi e una nota capacità intimidatoria, avrebbe compiuto atti di violenza e minaccia anche per scopi “privati”. IN ALTO IL VIDEO

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