Sequestri per circa 900mila euro ad una società leader nel settore della grande distribuzione alimentare, con sede a Gricignano d’Aversa (Caserta), e supermercati in Campania, Puglia e Basilicata, per bancarotta preferenziale. Ad eseguirli, stamani, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, hanno permesso di accertare che la società, pur versando in una grave situazione di dissesto in virtù di un passivo accertato di oltre 81,5 milioni di euro, ha eseguito plurimi pagamenti in favore di un unico fornitore – tuttora in attività – per un importo complessivo di 899.772,68 euro, cagionando così un danno di rilevante gravità agli altri creditori della società fallita. Pagamenti che sono stati eseguiti senza l’autorizzazione del Tribunale di Napoli Nord presso il quale la stessa società aveva presentato una richiesta di concordato preventivo, poi rigettata anche in ragione di tali condotte “preferenziali”, con conseguente successiva dichiarazione di fallimento. Per aggirare il divieto di eseguire operazioni sul patrimonio del debitore dopo la presentazione della richiesta di concordato, i pagamenti sono stati strumentalmente giustificati con presunte anticipazioni e/o cauzioni per prestazioni rese, le quali tuttavia non hanno trovato alcun riscontro in contabilità.
In particolare, è emerso un pagamento di 250mila euro in esecuzione di una presunta “cauzione per adempiere a prestazioni future” che, dietro la parvenza di un’iniziativa volta ad assicurare la prosecuzione dell’attività d’impresa, aveva in realtà il solo scopo di azzerare il debito nei confronti di un solo fornitore, al fine di favorirlo a discapito degli altri creditori. Su queste basi, la società beneficiaria dei pagamenti preferenziali, il suo rappresentante legale e l’amministratore di fatto sono stati destinatari del sequestro eseguito in data odierna per un importo complessivo di 899.772,68 euro, costituente il profitto del reato di bancarotta.
Nel procedimento penale sono indagati, per bancarotta e falso in bilancio, altri venti soggetti, ai quali è stato notificato avviso di conclusione delle indagini. Si tratta dei componenti pro tempore del Consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della società fallita, nonché dei loro consulenti legali e finanziari, i quali avrebbero dissipato i beni sociali mediante “aggiustamenti contabili” tesi non solo ad avallare gli illegittimi pagamenti preferenziali ma anche a concedere ingiustificate dilazioni di pagamento a soci insolventi e ad evitare che gravassero su questi ultimi le ingenti perdite d’esercizio.