Pet Economy: curare i nostri amici a quattro zampe è sempre più costoso

di Redazione

I dati sulla “pet economy” parlano chiaro: gli italiani hanno sempre più amici a quattro zampe. E se è vero che questa amicizia fa bene al cuore e all’umore di chi ne gode, è altrettanto vero che inizia a essere sempre più onerosa da un punto di vista economico.

Secondo il Rapporto Assalco – Zoomark del 2024, la popolazione italiana di animali da compagnia è stabile attorno ai 65 milioni di esemplari (di cui 19 milioni tra cani e gatti), mentre un’indagine condotta da Bva Doxa nel 2022 ha rilevato che il 42% delle famiglie italiane possiede uno o più animali da compagnia. Di contro, secondo i dati della Tessera Sanitaria, nel 2023 gli italiani hanno speso complessivamente 1,13 miliardi di euro per visite veterinarie (805 milioni), farmaci (290 milioni) e interventi chirurgici. Si tratta di un incremento del 77% rispetto ai 642 milioni spesi nel 2016. “Stando alle stime e incrociando i dati diffusi nelle scorse settimane – spiega il Ceo di IGB Broker Angelo Coviello – possiamo affermare che, ad oggi, per la sola cura dell’animale di compagnia ogni nucleo famigliare spende intorno ai 1.000 euro annui.  Di questi, 200 euro circa sono di spese sanitarie fisse tra visite veterinarie e vaccinazioni per un animale in salute”.

Quanto invece la salute stenta e arrivano i malanni? Lì arriva il difficile, secondo il broker partenopeo. “Si parte dai cento euro che mediamente ci vogliono per una ecografia addominale per passare a Tac e Rm con prezzi che variano tra i 300 e i 700 euro, per non parlare degli interventi chirurgici dove le spese possono tranquillamente superare i 2.500 euro. Si tratta di cifre spesso non preventivate che possono essere estremamente gravose su un’economia famigliare”. “Di fronte a questi dati, è evidente quanto sia fondamentale per i proprietari di animali domestici considerare quello che il mercato può offrire in termini di soluzioni assicurative”, afferma Coviello, secondo cui “una polizza adeguata può offrire una copertura finanziaria significativa, permettendo di affrontare con serenità le spese impreviste legate alla salute dei nostri amici a quattro zampe, non tralasciando il fatto che coprono anche le altre responsabilità altrettanto inattese”.

Il caro-animali, di cui le spese mediche sono solo una parte del problema, è del resto un problema sentito, ancor più oggi che il 79% dei proprietari considera gli animali domestici a tutti gli effetti membri della famiglia (stando a uno studio Ipsos del 2024). Non a caso, il ministro Orazio Schillaci ha dichiarato pubblicamente di essere al lavoro per l’istituzione di un veterinario di base. Inoltre, nell’ultima Finanziaria è stato istituito su proposta del suo dicastero un fondo apposito a cui possono accedere i proprietari di animali d’affezione che abbiano un valore Isee inferiore a 16.215 euro ed età superiore a 65 anni. “Una straordinaria iniziativa, di buon senso, che però non è risolutiva in quanto coinvolge una platea ristretta di beneficiari”, commenta Coviello.

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