Nel cuore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, tra le ombre dei confessionali e le voci sommesse dei fedeli in attesa, si è consumata una vicenda tanto singolare quanto incredibile. Un uomo, avvolto nella stola sacerdotale, ascoltava con solennità le confessioni, dispensava assoluzioni e assegnava preghiere come penitenza. Ma dietro quella veste sacra non c’era un prete, bensì un operatore socio-sanitario di 44 anni, napoletano, proveniente da Trecase.
L’episodio, avvenuto giovedì 27 febbraio, ha destato grande scalpore. I carabinieri del posto fisso del Santuario, insospettiti dalla presenza dell’uomo dietro la grata del confessionale, hanno deciso di intervenire, scoprendo la sua vera identità e, dopo averlo fermato, lo hanno denunciato per sostituzione di persona e turbamento di funzioni religiose. Immediatamente allontanato dal luogo sacro, il falso prete ha visto la sua vocazione interrompersi bruscamente, nonostante la dedizione con cui svolgeva il suo ruolo improvvisato.
Non sono ancora chiari i motivi che lo hanno spinto a intraprendere questa messinscena. Forse un gesto dettato da una fervente fede religiosa, o magari il desiderio di provare il “brivido” di un’esperienza insolita. In un’epoca segnata dalla carenza di vocazioni, il suo zelo e la sua familiarità con le dinamiche del contatto umano – maturata nella sua professione di Oss – non sono stati ovviamente sufficienti a legittimare il suo operato.
La vicenda lascia spazio a diverse interpretazioni: un atto ingenuo, un tentativo maldestro di dare conforto spirituale, o un episodio che sembra uscito da un copione della celebre saga cinematografica “Amici miei”. Di certo, per l’uomo, l’avventura si è conclusa nel peggiore dei modi: nessuna gratificazione, nessun compenso economico, ma solo una denuncia che potrebbe avere ripercussioni sulla sua vita futura. Nel frattempo, le indagini proseguono per accertare eventuali altri dettagli di questa curiosa e controversa storia.