Aversa (Caserta) – L’Unione Nazionale Camere Civili esprime forte preoccupazione per la chiusura degli Uffici del Giudice di Pace di Aversa, determinata da una grave carenza di personale amministrativo che rende impossibile l’erogazione dei servizi di cancelleria.
In una lettera inviata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il presidente Alberto Del Noce parla di “situazione “paradossale”. “Finora – si legge – è stato possibile scongiurare la paralisi totale soltanto grazie allo straordinario impegno dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, che ha provvidenzialmente stipulato una convenzione con i volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Questi volontari, infatti, hanno consentito la pubblicazione di circa 16mila sentenze che giacevano inevase proprio a causa della carenza cronica di personale. La criticità riscontrata non è episodica o locale, ma – come già scritto – deriva direttamente da una riforma ereditata e che ha trasferito numerose competenze ai giudici di pace con l’obiettivo di alleggerire i tribunali ordinari e raggiungere così i parametri imposti dall’Unione Europea, senza tuttavia procedere ad un necessario e parallelo rafforzamento degli organici. Attualmente, in tutta Italia, la copertura della pianta organica di tali uffici giudiziari è inferiore alla metà del necessario”.
Pur “riconoscendo ed apprezzando la sensibilità e la comprensione dimostrate dal ministro della Giustizia, il quale, dopo il nostro incontro, ha deciso di posticipare dal 31 ottobre 2025 al 30 giugno 2026 l’entrata in vigore delle nuove competenze dei giudici di pace”, l’Unione Nazionale Camere Civili rinnova con fermezza il proprio appello affinché “il Governo intervenga immediatamente con azioni volte a restituire piena efficienza alla giustizia civile italiana ed assicurare ai cittadini il fondamentale diritto ad una giustizia tempestiva ed efficace, diritto per il quale continueremo a batterci con determinazione”. “Senza un intervento tempestivo – conclude Del Noce – assisteremo inevitabilmente a una paralisi della giustizia civile che equivarrà, di fatto, a chiedere ai cittadini di rinunciare ad ottenere giustizia per i prossimi due anni”.