Aversa (Caserta) – Il Comune di Aversa, va detto, nella gestione commissariale precedente all’amministrazione Matacena ha completamente sbagliato nell’addebitare alla Curia la responsabilità di effettuare i lavori di urgenza per eliminare lo stato di pericolo della Chiesa del Carmine.
Con la sentenza definitiva numero 2548/2025, il Tar ha infatti riconosciuto tutte le ragioni spiegate dalla Diocesi, difesa dagli avvocati Fabrizio Perla e Carlo Maria Palmiero, e dato torto sia al Comune di Aversa che all’Agenzia del Demanio, al Ministero della Giustizia, alla Soprintendenza di Caserta e Benevento, e al Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche Campania.
Con una articolata e non breve pronuncia, la quinta Sezione del Tar, infatti, che già aveva sospeso l’ordinanza comunale, accogliendo le tesi della difesa, ha chiarito che il Comune si è discostato dalle coordinate ermeneutiche previste dalla legge, poiché, come dedotto dalla parte istante, nel provvedimento impugnato non è stato affatto delineato alcun percorso logico – giuridico che consenta di comprendere le ragioni per le quali la Diocesi di Aversa sia stata individuata come destinataria della determinazione assunta.
Difatti, il Comune si è limitato a richiamare l’esito dei sopralluoghi svolti dai vigili del fuoco, dall’ufficio tecnico comunale e dagli altri enti indicati in atti, a descrivere le condizioni di degrado e fatiscenza dell’immobili (Chiesa ed ex convento) e ad ordinare alla Diocesi di provvedere alla esecuzione dei lavori di eliminazione del pericolo per la pubblica e privata incolumità senza tuttavia specificare il titolo giustificativo (situazione dominicale e disponibilità fattuale) dell’obbligo.
La Curia, dunque, come dalla stessa sostenuta, inascoltata, fin dall’inizio di questa vicenda, non c’entra nulla, mentre per il Comune di Aversa, riguardo il Carmine, è tutto da rifare, con una condanna alle spese in più.