Aversa, detenuto ghanese aggredisce poliziotto in carcere. Osapp chiede maggiore sicurezza

di Redazione

Un nuovo episodio di violenza si è verificato all’interno della casa di reclusione di Aversa, in provincia di Caserta. Nella serata di giovedì, un agente della Polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto di origine ghanese. L’aggressione è scaturita da motivi futili mentre il poliziotto tentava di placare un alterco all’interno della struttura. L’agente ha riportato una contusione e una distorsione al polso destro, oltre a una contusione alla gamba, con una prognosi di dodici giorni.

L’incidente ha riacceso le polemiche sulle condizioni critiche del carcere aversano. Vincenzo Palmieri, segretario regionale dell’Osapp, ha evidenziato ancora una volta la grave problematica del sovraffollamento e la difficoltà nella gestione di detenuti con profili complessi. “La struttura di Aversa è destinata a un trattamento avanzato, ma non è idonea ad accogliere soggetti con disturbi psichiatrici gravi o con comportamenti particolarmente violenti”, ha dichiarato Palmieri, chiedendo l’adozione di provvedimenti urgenti per la sicurezza degli agenti.

L’Osapp ha sollecitato un intervento immediato da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) e del Ministero della Giustizia per affrontare le criticità del sistema detentivo. La richiesta principale riguarda la ridistribuzione dei detenuti in base alle loro condizioni psichiatriche e comportamentali, al fine di garantire una gestione più efficace e una maggiore tutela per gli agenti di polizia penitenziaria.

L’aggressione ha suscitato la solidarietà dei colleghi e del sindacato, ma ha anche riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle carceri italiane, dove episodi di violenza continuano a verificarsi con preoccupante regolarità. “Non smetteremo di lottare finché non verranno adottate misure concrete per garantire la sicurezza del personale penitenziario”, ha concluso Palmieri, sottolineando l’urgenza di un piano strutturale che riduca i rischi all’interno degli istituti di pena.

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