Aversa (Caserta) – Nell’ambito delle Giornate FAI di Aversa, tenutesi il 22 e 23 marzo, nel complesso della “Maddalena” si è anche potuta ammirare la mostra “L’arte della Follia”, a cura degli allievi delle classi terze del Liceo “Siani” e degli allievi del corso di Radio, coordinato dalla professoressa Ilaria Rita Motti. Questi ultimi, in particolare, hanno aggiunto delle loro opinioni e incitato gli attenti visitatori a contribuire mediante una lettura interpretativa, rendendosi disponibili a partecipare ad un corso sulla sicurezza gestito dal dottor Amedeo Blasotti, direttore generale dell’Asl Caserta, in sinergia con il responsabile dell’ufficio stampa dell’azienda sanitaria, Pasquale di Benedetto.
La corretta intesa tra Fai e Asl può costituire un presupposto fondamentale nell’idea futuristica di far ripartire il sito come struttura polifunzionale. Nel caso specifico della mostra, si è trattato di opere d’arte inedite ritrovate grazie ad una ricerca intrigante e certosina della professoressa Maria Concetta Migliaccio che, in collaborazione con il professore Di Rosa e degli studenti, ha allestito la mostra. Migliaccio, inoltre, ha guidato il gruppo radiofonico ad avere anche contezza artistica delle opere in questione. “La mostra – ha spiegato – trae spunto dalle tele ritrovate, eseguite dagli ex reclusi. Alcune tele, realizzate con pittura a olio, hanno un carattere naif. Dietro questa apparente ingenuità, si percepisce lo smarrimento della persona e la fragilità della psiche. Il potere terapeutico dell’Arte esplora la complessità dell’esistenza umana. Scandagliare il pensiero, alla ricerca di un titolo dei dipinti, tra ispirazioni, riflessioni e introspezione, restituisce alle opere dignità e valore. E, soprattutto, mette in luce la centralità dei sentimenti reconditi degli autori, che sono intrappolati nel buio della depressione, malinconia, della sofferenza e della disperazione fino al nichilismo. I temi della libertà, dell’amicizia, dell’amore materno, del viaggio, della natura emergono in maniera inconscia come aspirazione e desiderio, che la pittura trasforma in proiezione dell’anima”.
“Da una raccolta di diverse tele nella disponibilità dell’Ente – ha spiegato ancora Migliaccio – sono stati selezionati solo alcuni dipinti, che esplorano, a titolo esemplificativo, l’affascinante dualità tra mezzo espressivo dei segni spontanei e profondità dei significati che si basano sulla verità delle esperienze intimamente vissute dagli autori. Il carattere delle opere, prive di attribuzione e di valore oggettivo, è puramente dimostrativo, a testimonianza della capacità dell’Arte di sottomettere il disagio interiore all’armonia e alla Bellezza. Inoltre, la mostra è l’occasione per una riflessione sulla capacità ideativa dell’intelligenza umana e della carica emotiva, che non può essere sostituita dall’intelligenza artificiale. La mostra crea una relazione aperta tra il pubblico, per confrontarsi sulle sensazioni procurate dalla visione dell’immagine e su ciò che decifra l’intelligenza artificiale, una volta interrogata sull’argomento”.
Tali valutazioni vanno a coronamento di un lavoro sinergico realizzato dalla referente Fai, Ilaria Rita Motti, con l’approvazione del dirigente scolastico, Rosaria Barone, del capo gruppo Fai Maria Giovanna Pezone del Dipartimento di Storia dell’Arte, diretto dalla professoressa Patrizia Felaco, la quale ha anche egregiamente preparato alcuni suoi studenti nella “Maddalena”, riscuotendo il meritato successo, anche loro alle prese con la realizzazione di segnalibri rappresentanti l’Ospedale psichiatrico giudiziario ‘Filippo Saporito’.