Il gioco da tavolo per favorire il benessere personale e il reinserimento sociale dei detenuti. È questo il focus di “Giocare dentro”, il progetto che “Giochi Uniti” ha promosso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Quattro gli eventi, il primo partito il 27 febbraio, organizzati dalla casa editrice napoletana, leader nel settore del gioco da tavolo per adulti e per bambini nonché giochi di carte, giochi di ruolo e miniature, che ha donato una ludoteca al penitenziario casertano.
“Che il gioco da tavolo allievi lo stress e favorisca la socialità, la cooperazione e la comunicazione tra gli individui è un fatto noto; così come è noto che il gioco da tavolo sia per sua natura inclusivo, democratico e orizzontale”, spiega il direttore operativo di “Giochi Uniti”, Stefano De Carolis. “Crediamo fortemente che tali insite caratteristiche – ha proseguito – ben si prestino a integrare le attività volte al reinserimento dei detenuti. Del resto, se è vero come dicevano Churchill e Mandela che una società si misura da come si comporta con i suoi detenuti, noi vogliamo dare un contributo reale e concreto a tale miglioramento”.
“Il gioco da tavolo è un gioco strutturato, retto da regole”, ha detto Gabriele Mari, formatore, educatore ludico e game designer, che ha avviato il progetto nel carcere di Ravenna per poi diffonderlo in altre strutture penitenziarie. “Giocare in gruppo – ha aggiunto Mari – significa accettare di sottostare a queste regole tutti insieme. Il gioco diventa quindi una metafora di legalità, di rispetto per gli altri e per le norme che ci legano alla comunità, un vero e proprio percorso di rieducazione alla socialità”.
Viva la soddisfazione di Marco Puglia, coordinatore dell’Ufficio di Sorveglianza del carcere di Santa Maria Capua Vetere: “Un profondo ringraziamento a Giochi Uniti, questo è un riconoscimento serio alla volontà di questa azienda di partecipare ad una prospettiva nuova e dinamica di ipotesi trattamentale”. “Con questa iniziativa i detenuti hanno l’occasione di vivere momenti importanti di socializzazione che li portano a rompere l’individualità che può caratterizzare il loro quotidiano nel periodo di restrizione e impiegare il proprio tempo insieme agli altri”, ha commentato Davide Petruccione, dirigente ufficio Detenuti e Trattamento del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania, intervenuto in rappresentanza della provveditrice Lucia Castellano.
Un’ulteriore occasione di riscatto per la casa circondariale casertana, come ha sottolineato la direttrice Donatella Rotundo: “Una mia scommessa personale era quella di far sì che quello di Santa Maria Capua Vetere, fino a tre anni fa noto a tutte le cronache italiane come ‘carcere della tortura’, diventasse il carcere più famoso d’Italia per le sue eccellenze. Credo che il percorso sia iniziato e questa iniziativa ne rappresenta un tassello fondamentale perché varcare la soglia della ludoteca per i detenuti sarà un momento di libertà in un mondo di restrizione”. IN ALTO IL VIDEO, SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA