Piedimonte Matese (Caserta) – Finisce nel migliore dei modi e con la cancellazione definitiva della sentenza di prescrizione del reato anche il secondo procedimento penale a carico di Pietro Andrea Cappella, l’ex presidente del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, con sede a Piedimonte Matese, accusato di abuso d’ufficio in occasione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato per il nipote, passato nel gennaio 2015 da operaio avventizio stagionale a dipendente fisso dell’Ente consortile.
Il collegio C della seconda sezione della Corte di Appello di Napoli, presieduta dal giudice Carmela Iorio, in accoglimento dell’istanza formulata dalla difesa e all’esito della camera di consiglio dello scorso 3 marzo, ha disposto la revoca della sentenza predibattimentale emessa dalla stessa Corte di Appello partenopea in data 24 ottobre 2023 con la quale, in riforma della sentenza emessa nel febbraio 2018 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Pietro Cappella, imputato del reato di abuso d’ufficio, per essere il delitto estintosi per l’intervenuto decorso del termine di prescrizione.
Una pronuncia mai accettata dall’ex presidente del Consorzio Sannio Alifano, oggi coordinatore del Gal Alto Casertano, che si è opposto da subito per il fatto di non aver avuto la possibilità di rinunciare alla prescrizione e di difendersi nel processo, e che ora, dopo un anno e mezzo, ha ottenuto la cancellazione di quella sentenza per prescrizione ed il riconoscimento della sua piena innocenza, anche per via del fatto che, lo scorso agosto, il legislatore ha abrogato il reato di abuso d’ufficio. Già nel processo di primo grado, instauratosi dietro denuncia dei consiglieri di opposizione dell’epoca Raffaele Ferraiuolo, Alfonso Simonelli e Silvio Di Muccio, e svoltosi con il rito abbreviato dinanzi al gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione di Cappella perché il fatto non sussiste, ed oggi, a distanza di dieci anni, arriva la parola fine con la vittoria giudiziaria per l’ex presidente del Sannio Alifano.
“Giustizia è fatta, ancora una volta viene riconosciuta la legittimità e la correttezza del mio operato di presidente del Consorzio di Bonifica Sannio Alifano, carica che ho svolto per cinque anni con onore e disciplina, come dimostrano ben due decisioni dei giudici su altrettanti procedimenti giudiziari che mi hanno visto coinvolto in questi anni: il pieno proscioglimento con tanto di archiviazione arrivata dopo ben tre anni della mia posizione nell’ambito dell’inchiesta ‘Assopigliatutto’, che mi costò anche l’ingiusta detenzione per la quale ho chiesto il risarcimento danni allo Stato e la cui prima udienza si terrà nelle prossime settimane, e la revoca della sentenza di prescrizione con cancellazione definitiva del procedimento penale per l’assunzione di mio nipote che, in realtà, era già dipendente stagionale dell’Ente e, per esigenze operative della struttura, fu passato a tempo pieno, con benefici e risparmi in termini di costi per l’Ente”, dichiara soddisfatto Pietro Cappella, che chiosa rammaricato: “Chissà se i miei oppositori dell’epoca avranno il coraggio di chiedermi almeno scusa e l’onestà intellettuale di riconoscere che ho sempre agito nell’interesse dell’Ente consortile”.