Villa Literno, Enrico Fabozzi assolto dopo 14 anni: fine di un lungo calvario giudiziario

di Redazione

Dopo quattordici anni di processi, cinque ricorsi vinti in Cassazione e un’estenuante attesa di oltre sei ore per la lettura della sentenza definitiva, Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno ed ex consigliere regionale del Pd, è stato assolto da ogni accusa. La decisione, pronunciata nella serata del 18 marzo scorso dopo sei ore di camera di consiglio, ha sancito la fine di un percorso giudiziario travagliato, segnato da accuse fondate sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, in particolare Nicola Schiavone, primogenito del boss dei Casalesi Francesco Schiavone detto “Sandokan”. Secondo l’accusa, aveva agevolato la fazione Bidognetti del clan dei casalesi nell’assegnazione di appalti, ricevendo in cambio appoggio elettorale e vantaggi per una società immobiliare di cui era socio.

La sentenza è stata pronunciata dalla prima sezione della Corte di Appello di Napoli, cui il processo è arrivato dalla Cassazione, che nel settembre 2022 aveva annullato con rinvio l’assoluzione disposta da una diversa sezione della Corte di appello partenopea. La sua difesa, guidata dagli avvocati Mario Griffo e Umberto Del Basso De Caro, ha affrontato ogni accusa con determinazione, smontando uno a uno gli elementi su cui si basava il processo. A favore di Fabozzi il collegio presieduto da Edoardo De Gregorio ha dichiarato la prescrizione per due capi di imputazione e l’assoluzione perché il “fatto non sussiste” per altre due contestazioni, confermando, dunque, quanto già stabilito nel febbraio 2021 nel primo processo di appello. In questo “processo bis” sono stati assolti nuovamente anche i due fratelli imprenditori di San Cipriano d’Aversa, Giuseppe e Pasquale Mastrominico, l’ex consigliere comunale di Villa Literno Nicola Caiazzo e altri tre imputati.

In carica come sindaco di Villa Literno tra il 2003 e il 2009, Fabozzi fu arrestato nel 2011 per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre era consigliere regionale del gruppo Misto  dopo che il Pd, a seguito dell’indagine, lo aveva sospeso. Nel 2015 fu condannato a 10 anni in primo grado dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nel 2021 assolto in appello sempre con la formula “perché il fatto non sussiste,” ma la Cassazione annullò con rinvio perché i giudici di secondo grado valutassero meglio le dichiarazioni accusatorie di alcuni collaboratori di giustizia, soprattutto quelle rese da Nicola Schiavone. Dichiarazioni che i giudici chiamati a giudicare nuovamente Fabozzi hanno ritenuto non in grado di portare ad un verdetto di colpevolezza. Con l’assoluzione per gli imputati i giudici della prima sezione della Corte di Appello hanno revocato anche le confische disposte all’esito della sentenza di primo grado.

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