Bypass gastrico, al via processo a chirurgo sui casi dei casertani Iannotta e Di Vilio

di Redazione

Ha preso il via il processo penale a carico del chirurgo bariatrico Stefano Cristiano, accusato di lesioni per colpa professionale medica, falso e omicidio colposo. Durante la prima udienza dibattimentale, celebrata dinanzi alla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Sergio Enea, sono state ammesse tutte le prove richieste dalle parti coinvolte. Il medico è imputato per lesioni ai danni di Angela Iannotta, operata alla clinica “Villa del Sole” di Caserta, e per omicidio colposo in relazione alla morte di Francesco Di Vilio, 69 anni, anch’egli operato nella stessa clinica.

Il pubblico ministero, Valentina Santoro, che ha diretto le indagini preliminari e ottenuto il rinvio a giudizio, ha visto accolte le proprie prove. Ammesse anche quelle della parte civile, rappresentata dagli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo, che tutelano gli interessi di Angela Iannotta e degli eredi del defunto Francesco Di Vilio. Inoltre, sono state accolte le prove presentate dalla clinica Villa del Sole di Caserta, responsabile civile, difesa dall’avvocato Ferdinando Trasacco, e dall’Associazione dei Consumatori “Codici”, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Ambrosio. Infine, sono state ammesse le prove della difesa dell’imputato, assistito dall’avvocato Massimo Damiani.

Il procedimento si preannuncia lungo e complesso, con l’audizione di circa cinquanta testimoni tra persone offese, ufficiali di polizia giudiziaria, consulenti e testimoni. Particolare attesa per le deposizioni di Angela Iannotta, la giovane mamma che ha subito un intervento ricostruttivo dell’addome eseguito dal professor Francesco Corcione al Secondo Policlinico di Napoli, e di Salvatore Di Vilio, figlio del defunto Francesco Di Vilio, il quale ha vissuto il dramma del padre fino al decesso. Entrambi saranno sentiti nella prossima udienza.

Cristiano è già stato condannato a due anni di carcere dal Tribunale di Nola per l’omicidio colposo di Raffaele Arcella, 29 anni, di Caivano, deceduto dopo un intervento di bypass gastrico eseguito il 13 aprile 2019 alla clinica “Trusso” di Ottaviano. In quel caso, il pubblico ministero, la Francesca Paola Romano Colonna, aveva chiesto una condanna a quattro anni, ritenendo il chirurgo responsabile della lesione di un’arteria retrostante lo stomaco. Il giovane, trasportato in condizioni critiche al Policlinico di Napoli, non sopravvisse.

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