Si chiude con un verdetto di assoluzione il primo grado di giudizio per Tony Colombo e Tina Rispoli, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito del processo al clan Di Lauro. La coppia, finita al centro di una complessa indagine antimafia avviata nel 2017, è stata prosciolta dalle accuse dal gup di Napoli, Ivana Salvatore, al termine del procedimento celebrato con rito abbreviato.
Non dello stesso avviso era stata la Procura che, nell’ottobre scorso, aveva chiesto per entrambi una condanna a nove anni di reclusione. I due erano stati arrestati lo scorso 17 ottobre 2023 dal Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) dei carabinieri, insieme ad altre 25 persone, tra cui Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, noto come “Ciruzzo ‘o milionario”. L’indagine, coordinata dai sostituti procuratori antimafia Maurizio De Marco e Lucio Giugliano, aveva puntato i riflettori sulle attività imprenditoriali e finanziarie del clan di Secondigliano.
Secondo l’accusa, Colombo e Rispoli, (vedova del boss Gaetano Marino, alias “McKay”, ucciso a Terracina il 23 agosto 2012, fratello di Gennaro Marino, capo dell’ala militare degli Scissionisti di Secondigliano, oggi detenuto al 41bis, ndr.), avrebbero collaborato attivamente con Vincenzo Di Lauro nella gestione di affari illeciti, in particolare nella creazione di una fabbrica clandestina di sigarette ad Acerra. Tuttavia, le prove portate in aula non sono state ritenute sufficienti a dimostrare il loro coinvolgimento. La decisione del giudice segna una svolta per i coniugi, che nelle scorse settimane avevano già ottenuto i domiciliari: Colombo a Gaeta, mentre la moglie si trovava a Minturno. Con la sentenza di assoluzione, entrambi tornano ora completamente in libertà. Se per Colombo e Rispoli il verdetto è stato di assoluzione, diversa è stata la sorte di altri imputati nel processo. Vincenzo Di Lauro è stato condannato a 20 anni e 4 mesi di carcere, mentre Raffaele Rispoli ha ricevuto una pena di 16 anni e 8 mesi.
Alla lettura della sentenza, tra i familiari e i conoscenti della coppia è esplosa la gioia, segnando la fine di una vicenda giudiziaria che aveva tenuto banco per mesi. “Siamo soddisfatti: la sentenza fuga ogni dubbio ma ci teniamo a sottolineare che in tutti questi anni di sofferenza a farne le spese è stato l’uomo Tony Colombo e anche l’artista. La sua carriera di cantante ha subìto un duro contraccolpo e per questo vorremmo ancora una volta auspicare maggiore prudenza quando i procedimenti si trovano in fase preliminare”. Così, gli avvocati di Colombo e Rispoli – Sergio Cola, Alfredo Sorge e Andrea Imperato – commentano l’assoluzione “per non avere commesso il fatto” incassata oggi nell’aula bunker del carcere di Poggioreale. “Abbiamo avuto la possibilità – dicono ancora i tre professionisti – si confrontarci in maniera serena nel corso di un dibattimento, e questo è un bene per la giustizia. Spiace l’impronta negativa iniziale e auspichiamo, ancora una volta, maggiore serenità”.