Operazione “Ottovolante” della Guardia di Finanza che ha eseguito misure cautelari a carico di 5 indagati per reati di estorsione, usura e favoreggiamento reale ai danni di imprenditori locali in condizioni di gravi difficoltà economiche. Tra gli indagati uno è finito in carcere, un altro ai domiciliari, un altro sottoposto a divieto di dimora. Sequestrati denaro e beni per un valore di circa 413mila euro, considerati profitto delle attività illecite.
In azione circa 60 finanzieri del comando provinciale di Reggio Emilia e di altri reparti specialistici, nonché del Servizio centrale sulla criminalità organizzata (Scico), nell’ambito di un’indagine, cominciata nell’agosto 2024, coordinata dalla Procura emiliana diretta da Calogero Gaetano Paci. Nel mirino le condotte di un imprenditore reggiano e del suo entourage che hanno evidenziato numerosi episodi di usura ed estorsione con la riscossione di interessi per un importo pari a circa 413mila euro, e con l’applicazione di tassi fino al 177,50% del capitale “prestato”.
Le attività investigative hanno avuto origine dall’arresto, il 16 agosto 2024, dello stesso imprenditore e di due persone di origine calabrese, già ritenute al vertice del sodalizio criminale interessato dalla precedente operazione “Minefield”, gravemente indiziati di aver commesso reati di usura ed estorsione aggravata, avendo riscosso crediti usurari di elevato importo (con interessi di oltre 50mila euro e pari al capitale ricevuto), fatti contrarre ad un imprenditore di origine campana, in evidenti difficoltà economiche e vittima tra l’altro di minacce e violenze. Dalle successive investigazioni sono emersi altre tre vittime di usura ad opera dell’imprenditore reggiano, che continuava a gestire i suoi affari illeciti, fornendo indicazioni operative al suo entourage, operante nella provincia di Reggio Emilia, nonostante fosse sottoposto alla misura dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, successivamente tramutata in arresti domiciliari.
Dalle ricostruzioni emerse nel corso delle indagini, le vittime di usura ed estorsione avrebbero contratto complessivamente debiti per oltre 150mila euro ad ingenti tassi usurari, a fronte dei quali avrebbero dovuto restituire circa 413mila euro di soli interessi usurari, aggravando, pertanto, le proprie condizioni economiche con inevitabili e negative ripercussioni sulle proprie attività imprenditoriali, e turbando fortemente il proprio stato emotivo e psico-fisico. IN ALTO IL VIDEO