Napoli – Nel libro “Cose che mi hanno salvato la vita” di Wanda Marra si intrecciano tante storie, proprio come accade ogni giorno all’interno di “Foqus”, la Fondazione Quartieri Spagnoli. Storie che si incrociano e raccontano esperienze.
Il libro della giornalista è stato presentato nella corte della struttura, nel cuore di Napoli, alla presenza dell’editore Pippo Civati (“People editore”), del regista Vincenzo Marra e del direttore di Foqus, Renato Quaglia. Tra i vari racconti, il libro include anche una storia ambientata in un carcere minorile, un’esperienza che ha segnato profondamente l’autrice.
La scrittura e la ricerca della storia e delle storie come Rovello supremo e invincibile, il giornalismo come chiave per interagire con la realtà, i libri come meta-racconto e contemporaneamente vita parallela: una serie di incontri, reali o virtuali, comunque romanzati, attraverso i quali si narrano alcuni momenti di questo presente in evoluzione e di un immaginario in movimento. Si tratta, dunque, di un libro a metà tra “autofiction” e reportage giornalistico, riflessione personale e invenzione narrativa, scritto a tratti come un romanzo, un sogno, la scena di un film, a tratti come un racconto autobiografico, a tratti come un reportage, con i piani che si intersecano continuamente tra di loro. Un movimento incessante tra dentro e fuori, ricordi personali e vicende collettive. Su tutte una storia portante, che attraversa il racconto, dall’inizio alla fine: quella di un’adolescente in un carcere minorile, uno specchio e un alter ego. IN ALTO IL VIDEO