Castel Volturno (Caserta) – Il Centro Fernandes di Castel Volturno ha ospitato un momento pubblico di confronto e partecipazione in vista della nona edizione di “Protagonisti – Le nuove generazioni italiane si raccontano”, il seminario nazionale promosso dal CoNNGI (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane), in programma l’8 e il 9 maggio a Napoli.
Promosso da Dedalus Cooperativa Sociale insieme a CoNNGI, Officine Gomitoli e Centro Fernandes, l’incontro ha rappresentato una tappa significativa del percorso di avvicinamento all’edizione 2025, costruito in rete con le associazioni e le istituzioni locali. Un cammino che intreccia pratiche di cittadinanza attiva, arte e intercultura, mettendo al centro le nuove generazioni italiane e il loro diritto a essere riconosciute come parte viva e propositiva della società.
“Abbiamo voluto portare fuori dai confini napoletani il racconto di Protagonisti”, afferma Ismahan Hassen, socia di Dedalus Cooperativa Sociale, realtà che aderisce al CoNNGI fin dalla sua nascita. “Lo abbiamo fatto – spiega – incontrando la comunità del Centro Fernandes, che da struttura di accoglienza per migranti è diventata un presidio fondamentale per tutto il territorio. Questa tappa ci ha permesso di allargare la partecipazione e coinvolgere nuove energie in vista del seminario di maggio, che vuole essere uno spazio di confronto nazionale per chi lavora ogni giorno sui temi dell’intercultura, della partecipazione, dei diritti”.
L’incontro di mercoledì 16 ha offerto uno sguardo sul programma del prossimo seminario nazionale e riacceso il confronto pubblico sul tema del referendum per la cittadinanza, con l’obiettivo di rimettere al centro del dibattito nazionale la questione del riconoscimento giuridico e simbolico delle nuove generazioni. CoNNGI è promotore e firmatario del quesito referendario e che Dedalus è stato protagonista attivo della campagna referendaria.
Castel Volturno, in particolare, è un territorio abitato da tantissimi ragazzi e ragazze con background migratorio che ogni giorno si confrontano con il paradosso dell’essere italiani nei fatti, ma non nei diritti. Giovani che vivono, studiano, lavorano in Italia, ma che si vedono ancora oggi negata la possibilità di votare, partecipare a programmi Erasmus, concorrere in gare pubbliche o rappresentare l’Italia in competizioni sportive.