Orta di Atella, Francesca Palmini porta una “Promessa di felicità” al Salone del Libro di Torino

di Redazione

E’ davvero un’occasione di felicità la partecipazione di Francesca Palmini al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio, negli spazi del Lingotto Fiere. L’autrice, infatti, porterà la sua “Promessa di felicità” all’appuntamento culturale più atteso dell’anno. L’opera è pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore.

«Ogni giorno chiedo e ribadisco a me stessa di provare a riconoscere la mia felicità; io non sono brava a ritrovarla, tuttavia, mi rende gioiosa confortare coloro con cui condivido il mio tempo, invitando loro a vivere appieno». I componimenti diventano lo strumento prediletto per raccontare la parte più intima del cuore, una lente d’ingrandimento – come suggerisce anche la copertina – sulle emozioni e sulla realtà, intesa come storia personale e sociale. «Scrivo di come la realtà si muove in me, per me e con me». Tuttavia, nella poesia resta necessariamente qualcosa di inespresso, qualcosa che si intravede soltanto in filigrana e che non può essere decifrata nel modo più elementare, ma senza mai diventare ermetica. La fantasia si crea il suo spazio, laddove la realtà incontra il desiderio, la speranza, le passioni, i sogni.

«Con delicata leggerezza – scrive, nella prefazione, Alessandro Quasimodo, autore, poeta e regista teatrale, figlio del Premio Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo – si muove Francesca Palmini in questa sua raccolta, che affronta un dialogo interiore, rivolto non solo a se stessa, ma a tutti coloro che vorranno leggere i suoi testi». La silloge riporta versi di grandi autori: da Ungaretti a Verga; da Saba a Lorca; da Montale a Hermann Hesse, Elio Pecora e Franco Loi. «Lo stralcio di un poema, di un romanzo, il verso di un sonetto, di una poesia, di una canzone – afferma l’autrice, nata a Napoli ma che trascorre la sua vita a Orta di Atella, in provincia di Caserta, insieme alla sua numerosa famiglia – possono risolvere i nostri dilemmi più di ogni altro intricato ragionamento: ci permettono di annegare nel gran libro della vita».

Francesca, iscritta all’Albo delle Eccellenze e studiosa di diritto, ha nutrito sin da piccola la sua passione per la scrittura, che ritiene essere l’unica cosa che riesca a farla stare davvero bene. «La poesia mi riporta alla luce, mi aiuta a decorare le situazioni più buie, ad allontanare la disperazione, a sbrogliare il viluppo dei fili emotivi. È un vero ristoro cercarsi e ritrovarsi in qualche parola». Una scrittura vera, autentica, che scava nell’anima e ne esplora anche gli angolini più bui e nascosti. Solo così, curando se stessi e conoscendo il proprio “Io”, si può ricercare la felicità. «Dobbiamo in ogni caso, in ogni dove ed in ogni quando, trovare la forza spirituale per procedere lungo il nostro cammino, quello da noi scelto». Attraverso liriche piuttosto brevi, la poetessa riesce a creare un rapporto empatico con il lettore, dove le parole riecheggiano con un suono dolce e melodioso. Le figure retoriche sopraggiungono all’idea, all’emozione, da cui nasce il componimento, in una naturale combinazione. «Chi sceglierà di leggere questa breve conversazione tra me e la mia anima potrà scoprire in se stesso quanto non esplicitamente scritto».

Appuntamento, dunque, al Salone Internazionale del Libro di Torino. «È la mia primissima volta – commenta Francesca Palmini -. Non ero ancora riuscita a donare alle mie poesie la possibilità di una vera presentazione, di un confronto autentico con chi potrebbe essere interessato alla loro lettura. Ne sono davvero felice e grata, anche se perdura un po’ il timore di non essere all’altezza di un evento così prestigioso». Anche qui un unico divieto: «Venir meno alla nostra promessa di felicità».

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