Nel giorno dell’80° anniversario della Liberazione, l’Italia si è stretta intorno alla memoria della Resistenza e ai valori democratici che ne sono scaturiti, in un clima segnato però dal lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco. I funerali del Pontefice si terranno sabato 26 aprile, nella Basilica di San Pietro, con la partecipazione delle delegazioni estere già in arrivo a Roma. Anche per questo motivo il Quirinale ha rimodulato l’agenda del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dopo la cerimonia all’Altare della Patria è volato a Genova, per poi fare rientro nella capitale nel pomeriggio.
Mattarella: “Sempre attuali i valori della Resistenza” – La giornata si è aperta a Roma con il tradizionale omaggio del Capo dello Stato all’Altare della Patria, dove Mattarella ha deposto una corona d’alloro alla presenza delle massime cariche istituzionali: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso, il ministro della Difesa Guido Crosetto e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Subito dopo, Mattarella si è spostato a Genova, al cimitero monumentale di Staglieno, dove ha reso omaggio ai caduti della Resistenza: «È sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata. Dalla Liguria venne una forte lezione sulla moralità della Resistenza, sull’opposizione al dominio dell’uomo sull’uomo, su una guerra di aggressione contro la libertà di altri popoli».
Meloni: “Riaffermiamo valori democratici negati dal fascismo” – Nel messaggio diffuso per l’anniversario, la premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di custodire la memoria storica senza alimentare divisioni: «Riaffermiamo i valori democratici che furono negati dal fascismo. Il 25 Aprile sia momento di concordia nazionale, contro ogni forma di totalitarismo, autoritarismo e violenza politica». E ancora: «La democrazia trova forza e vigore se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto e sulla libertà e non sulla sopraffazione, l’odio e la delegittimazione dell’avversario politico».
La Russa e Tajani: “Sobrietà e unità, la festa è di tutti” – Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha preso parte alle celebrazioni all’Altare della Patria, postando sui social alcune foto accanto a Mattarella e alle altre alte cariche dello Stato. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo dal Mausoleo delle Fosse Ardeatine, ha ribadito: «Oggi è la festa di tutti gli italiani. Sobrietà non significa non celebrare una data storica. La si difende ogni giorno, tutti quanti assieme».
Schlein: “La Costituzione va attuata fino in fondo” – «La Festa della Liberazione rende possibile ogni altra festa. La Costituzione è il nostro faro, va attuata fino in fondo. Ora e sempre, Resistenza. Evviva l’Italia antifascista!». Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, in un messaggio affidato ai social e poi ribadito di persona alle commemorazioni di Marzabotto. «Anche oggi la lezione di chi ha lottato per la nostra libertà è quanto mai attuale», ha detto ai giornalisti.
Tensioni e scontri nelle piazze d’Italia – La giornata del 25 aprile si è svolta però sotto stretta sorveglianza delle forze dell’ordine, per il timore di scontri tra manifestanti filo-palestinesi e la Brigata ebraica, alla luce delle tensioni internazionali. A Milano, durante il corteo diretto verso piazza Duomo, momenti di forte tensione si sono registrati tra alcuni manifestanti muniti di bandiere palestinesi e lo spezzone della Brigata ebraica, insieme alla comunità ucraina. Insulti, accuse di «assassini» e cori contro Netanyahu hanno portato a un duro scambio di parole, con la Brigata ebraica che ha replicato parlando di «terroristi di Hamas» e chiedendo la liberazione degli ostaggi. A separare i gruppi sono intervenuti i volontari dei City Angels e la polizia. Alla fine, per motivi di sicurezza, la Brigata ebraica ha lasciato il corteo all’altezza di piazza Cordusio. Scontri e spintoni anche a Roma tra gli studenti di Cambiare Rotta e Potere al Popolo e i manifestanti dell’Anpi. Dopo essere partiti insieme da largo Bompiani, i due spezzoni si sono separati, come previsto, superato ponte Spizzichino. Gli studenti hanno poi bruciato una bandiera della Nato su via Ostiense, urlando contro il Pd e accusando l’Anpi di essere «guerrafondai». Tensioni anche a Torino nella serata di giovedì, con le prime avvisaglie di scontri tra manifestanti, mentre a Trieste, nel corteo partito dal quartiere di San Giacomo, si sono registrati scontri tra alcuni antagonisti e le forze dell’ordine, con qualche manganellata e momenti di paura tra i passanti, poi rientrati dopo l’intervento delle forze di polizia e carabinieri.
A Romano di Lombardia si canta “Bella ciao” nonostante il divieto – A Romano di Lombardia, la popolazione ha sfidato il divieto imposto dal sindaco di suonare “Bella ciao” durante le celebrazioni: la canzone simbolo della Resistenza è stata comunque intonata in strada da decine di persone, tra applausi e cori. In un Paese attraversato da lutti, tensioni internazionali e polemiche politiche, l’80° anniversario della Liberazione resta una giornata di memoria e di riflessione, tra richiami alla concordia e segnali di divisione che raccontano di un’Italia ancora in cerca di unità attorno ai valori della sua Costituzione.