Cesa, il 19enne Davide Carbisiero ucciso in una sala giochi: fermato un minorenne

di Redazione

Cesa (Caserta) – Svolta lampo nelle indagini sull’omicidio di Davide Carbisiero, 19 anni, ucciso all’alba di domenica 13 aprile in una sala giochi a Cesa, nel Casetano. In tarda serata un minorenne, Francesco F., 17 anni, di Succivo, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, condotte nell’immediatezza dai carabinieri del Gruppo di Aversa, l’omicidio del 19enne, residente a Succivo, é avvenuto all’interno del bar – sala giochi “Royal Beautiful”, in via Berlinguer, mediante l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco che ha attinto la vittima alla zona giugulare.

Il minore fermato è stato condotto nel centro di giustizia minorile di Napoli, in attesa dell’udienza di convalida.

Una domenica delle Palme segnata dal sangue a Cesa. Il ritrovamento del cadavere di Carbisiero è avvenuto intorno alle 7 del mattino. Sul posto anche l’autorità giudiziaria e un magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, a conferma della gravità del fatto e della possibile implicazione di ambienti legati alla criminalità organizzata. L’autopsia, già disposta dalla Procura, dovrà chiarire con precisione le cause e l’orario del decesso.

Gli investigatori stanno ricostruendo le ultime ore di vita del giovane, cercando di capire quando sia entrato nella sala slot e se fosse da solo o in compagnia. In parallelo, si stanno analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza e raccogliendo eventuali testimonianze.

Sebbene Carbisiero risultasse incensurato, gli inquirenti stanno approfondendo il contesto familiare e relazionale del giovane. In particolare, si indaga su un possibile collegamento con la famiglia della sua fidanzata: il padre della ragazza è infatti un ex detenuto, 47 anni, di Orta di Atella, con precedenti per spaccio di stupefacenti, recentemente tornato in libertà. Non si esclude che vecchi rancori o fragili equilibri criminali possano aver avuto un ruolo nell’omicidio.

Un’ipotesi investigativa, ancora tutta da verificare, è che il giovane possa essere rimasto invischiato, magari inconsapevolmente, in dinamiche pericolose. Gli inquirenti non escludono alcuna pista: da un’aggressione a sfondo personale, fino a un regolamento di conti legato ad ambienti malavitosi.

La comunità di Succivo, dove Davide viveva, è sotto shock. Il giovane, descritto come tranquillo e riservato, non aveva mai dato segni di coinvolgimento in attività illecite. Ieri sera, secondo quanto riferito da alcuni conoscenti, avrebbe dovuto mettersi in contatto con la sua fidanzata e i familiari, ma quella chiamata non è mai arrivata.

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