Ilaria Sula, Samson andò a mangiare piadina dopo omicidio. Indagata la madre: “L’ho aiutato a pulire casa”

di Daniela Rosato

Dopo averla uccisa con tre coltellate al collo, Mark Antony Samson è andato a mangiare una piadina. Sì, proprio così. Mentre il corpo senza vita di Ilaria Sula giaceva chiuso in una valigia, abbandonato in un dirupo tra Tivoli e la capitale, il suo assassino si intratteneva con un’amica della vittima, chiacchierando di argomenti “superficiali e banali”, come il compleanno del ragazzo di lei o dei cornetti comprati per una fantomatica ragazza. Un comportamento agghiacciante, descritto con freddezza e lucidità nell’ordinanza cautelare del gip di Roma. Una freddezza che non si è limitata alle ore immediatamente successive all’omicidio. Sempre secondo il gip, Samson non si è fatto alcuno scrupolo nell’inviare messaggi al padre di Ilaria, fingendo che provenissero dalla ragazza, già uccisa da lui stesso.

Ilaria Sula aveva solo 22 anni, era originaria di Terni e studiava all’università a Roma. È scomparsa il 25 marzo scorso. Gli appelli disperati degli amici, dei colleghi universitari e dei genitori non sono bastati a salvarla. Il suo corpo è stato ritrovato il 2 aprile, gettato via come un rifiuto, chiuso in una valigia lanciata in un dirupo nei pressi del comune di Poli. A svelare l’orrore è stata la confessione dello stesso Samson, 23 anni, ex fidanzato della vittima. Ha ammesso tutto: il femminicidio avvenuto nella casa dei genitori, nel quartiere Africano di Roma, e il successivo occultamento del cadavere.

Ma non era solo. A incastrare anche sua madre, Nors Man Lapaz, sono stati gli accertamenti della polizia e il suo stesso racconto. Interrogata per oltre tre ore in Questura, la donna ha ammesso un ruolo attivo nel tentativo di cancellare le tracce del delitto. «L’ho aiutato a pulire casa, a cancellare le tracce di tutto quel sangue», ha detto. Ora è indagata per concorso in occultamento di cadavere. Nell’ordinanza il gip è chiaro: Samson ha agito con «freddezza e insensibilità», colpendo brutalmente una ragazza che si fidava di lui. E sua madre, anziché denunciare, ha scelto di nascondere, proteggere, coprire.

L’ipotesi che l’assassino non avesse agito da solo ha preso corpo fin dai primi istanti. Le celle telefoniche hanno collocato la madre nella zona dell’abitazione al momento dell’omicidio, rafforzando i sospetti. E, come sottolineano gli investigatori, anche la logica porta a pensare che un ragazzo da solo non avrebbe potuto occultare un corpo in quel modo e in quel luogo, senza alcun aiuto.

Nel frattempo, la famiglia Sula piange una figlia d’oro, un angelo, come l’ha definita il padre Flamur durante i funerali che si sono svolti ieri a Terni con rito islamico, davanti a una folla commossa. Migliaia di persone, palloncini bianchi e rossi lanciati in cielo, lacrime e parole piene di dignità e dolore: «Non meritava questa fine», ha detto il padre. «Deve marcire in carcere». E il fratello Leon ha aggiunto: «Parlano tutte le persone che sono venute. Era davvero una ragazza d’oro».

A farsi portavoce della disperazione e del senso di colpa della famiglia dell’assassino è stato l’avvocato Paolo Foto, difensore della madre: «I genitori del ragazzo sono distrutti dal dolore, chiedono sincero perdono. Il padre è estraneo alla vicenda e probabilmente non verrà neanche sentito. Al momento non sono state richieste misure cautelari per la madre, ma è indagata». «Adesso è il momento di chiedere scusa e perdono alla famiglia di Ilaria Sula», ha detto anche l’avvocato Fabrizio Gallo, legale di Mark Samson. «Il fatto è grave e il ragazzo deve pagare».

Una vita spezzata. Una fiducia tradita. Un dolore che lascia senza fiato. E una giustizia che ora è chiamata a farsi carico di una verità insostenibile: Ilaria è stata uccisa da chi diceva di amarla, con l’aiuto, almeno dopo, di chi avrebbe dovuto insegnargli il valore della vita. “Il dolore è tanto, ma questo mondo è di passaggio”, ha detto la comunità islamica di Terni durante la cerimonia. Un passaggio che per Ilaria è stato troppo breve. Ma che per chi resta deve diventare memoria, voce, giustizia.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico