Caivano (Napoli) – Una nube nera, densa e minacciosa, visibile a chilometri di distanza – da Caserta fino al capoluogo partenopeo – ha oscurato il cielo del pomeriggio di mercoledì 9 aprile. A generarla è stato un violento incendio divampato nello stabilimento della “Chimpex”, azienda specializzata nella produzione di solventi chimici, situata nell’area industriale di Pascarola, al confine tra l’hinterland nord di Napoli e la provincia di Caserta.
Non si registrano feriti tra i circa 70 lavoratori presenti nell’impianto, evacuati in tempo. Ma l’intervento dei Vigili del Fuoco – particolarmente complesso per la presenza di sette silos contenenti solventi altamente infiammabili – è proseguito per ore, coinvolgendo anche squadre Nbcr (Nucleare-Batteriologico-Chimico-Radiologico), 118, Forze dell’Ordine, Polizia locale e Polizia Metropolitana.
Primi dati Arpac: attenzione puntata su PM10, benzene e NO₂ – Nel frattempo, l’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) ha avviato un monitoraggio serrato della qualità dell’aria, i cui primi risultati – diffusi stamattina – non evidenziano superamenti dei limiti di legge, ma segnalano picchi orari significativi di alcuni inquinanti, probabilmente riconducibili alla nube di fumo. Le centraline fisse e il laboratorio mobile dell’Arpac, installato ieri sera ai margini dell’area abitata di Pascarola, hanno registrato:
- PM10: valori orari elevati, fino a 69 µg/m³ nella notte ad Acerra (Scuola Caporale), ma nessun superamento della soglia giornaliera di 50 µg/m³.
- PM2.5: picchi fino a 54 µg/m³ nella stessa stazione, con valori giornalieri comunque inferiori ai 20 µg/m³.
- Benzene: composto altamente cancerogeno, ha mostrato un aumento notturno, passando da 0,8 µg/m³ alle 16:00 a 4,1 µg/m³ a mezzanotte. Pur restando nei limiti annuali (5 µg/m³), il trend viene monitorato con attenzione.
- Ozono (O₃): in calo notturno, con concentrazioni inferiori a 20 µg/m³, comportamento tipico per questo inquinante fotochimico.
- Monossido di Carbonio (CO): valori contenuti, con un massimo di 0,7 mg/m³, ben al di sotto dei limiti.
- Composti Organici Volatili (toluene, xilene): picchi sporadici ma assenza di limiti normativi.
- Biossido di azoto (NO₂): aumento significativo notturno, con picchi di 70,1 µg/m³ ad Acerra (zona industriale), comunque sotto la soglia oraria di 200 µg/m³.
L’Arpac ha reso noto che “le concentrazioni degli inquinanti sono in graduale diminuzione nella mattinata di oggi, grazie anche al miglioramento delle condizioni meteo-ambientali”. Ulteriori dati, in particolare quelli relativi alla presenza di diossine, verranno diffusi nei prossimi giorni.
Asl attiva protocollo emergenze – Alla luce della situazione, il Referente Sanitario Regionale, Giuseppe Galano, ha attivato il protocollo per le maxi emergenze in caso di afflusso massivo di pazienti con sintomi da intossicazione. Intanto, l’Asl ha diramato una serie di raccomandazioni precauzionali per i cittadini: evitare esposizioni all’aperto, chiudere ogni accesso esterno alle abitazioni, spegnere condizionatori e impianti di ventilazione, lavare accuratamente frutta e verdura, evitare di stendere indumenti all’esterno e – in caso di contatto con i fumi – coprire bocca e naso con un panno umido e rifugiarsi in ambienti chiusi.
Chiusura scuole – Numerosi sindaci del territorio hanno emanato ordinanze di chiusura delle scuole. Ad Afragola, il sindaco Antonio Pannone ha sottolineato che, pur non essendo state rilevate criticità, la mancanza di dati certi ha reso necessaria la misura precauzionale. Analogo provvedimento ad Acerra, dove il primo cittadino Tito d’Errico ha invitato la popolazione a restare in casa, così come a Marcianise, nel Casertano, dove il sindaco Antonio Trombetta ha parlato di “rilascio nell’aria di etilolo, toluolo, xilolo e, con ogni probabilità, diossina”. Scuole chiuse anche a Orta di Atella, Santa Maria a Vico, Capodrise e in altri comuni limitrofi. Nella mattinata di oggi, in diverse scuole ancora aperte, sono state segnalate proteste da parte dei genitori, preoccupati per l’odore acre avvertito nelle aule.
Una ferita ambientale in un territorio già fragile – L’incendio alla Chimpex riaccende i riflettori sul rischio incendi nelle aree industriali a cavallo tra le due province, da tempo al centro delle preoccupazioni ambientali, dove la coesistenza tra produzione, centri abitati e campagne coltivate appare sempre più critica. Le prossime ore saranno decisive per comprendere l’effettivo impatto sulla salute pubblica e sull’ambiente. Intanto, la nube si dirada, ma le preoccupazioni restano.