Un’imponente operazione contro la frode fiscale è stata condotta nelle scorse ore dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord. L’attività investigativa ha portato all’esecuzione di un sequestro preventivo per un ammontare complessivo di 347 milioni di euro in crediti fiscali, riconducibili a 39 società con sede principalmente nelle province di Napoli e Caserta. Numerose anche le perquisizioni effettuate nei confronti di studi di commercialisti tra Casoria e le province di Roma e Milano.
Le indagini, svolte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Frattamaggiore, hanno fatto emergere un articolato sistema fraudolento basato sull’indebita comunicazione all’Agenzia delle Entrate di crediti d’imposta derivanti da imposte anticipate (DTA) e da presunti investimenti mai effettuati nel Mezzogiorno. In particolare, le società coinvolte avevano già subito sequestri per crediti fittizi e, nonostante ciò, avevano continuato a trasmettere dichiarazioni fiscali gonfiate, sfruttando illecitamente le agevolazioni previste dal decreto “Crescita Italia” del 2019.
La normativa in questione consente la trasformazione delle perdite fiscali pregresse e delle eccedenze ACE in crediti d’imposta, da utilizzare in compensazione o da cedere a terzi. Tuttavia, secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, le società indagate non avrebbero mai accumulato i requisiti necessari, producendo documentazione falsa per ottenere crediti per centinaia di milioni di euro.
Tra gli elementi più rilevanti emersi dalle indagini, la presenza di due società “veicolo” – una società di capitali e un fondo comune d’investimento con sede in Lussemburgo e secondaria in Italia – che avrebbero ricevuto e negoziato crediti per un valore complessivo di 129 milioni di euro, generando profitti indebiti.
L’operazione rappresenta l’ultima di una serie di interventi coordinati dalla Procura di Napoli Nord a partire dal 2022, che hanno complessivamente permesso di bloccare la circolazione di crediti fiscali inesistenti per oltre 2 miliardi di euro, salvaguardando le casse dello Stato da un danno economico di proporzioni enormi.