Milano torna a essere teatro di tensioni in piazza. Circa 10mila persone hanno partecipato sabato al corteo nazionale in sostegno alla Palestina e contro la guerra a Gaza, partito da piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione Centrale, e giunto all’Arco della Pace. Una manifestazione dai toni forti, tra slogan, simboli e momenti di alta tensione con le forze dell’ordine.
Il corteo ha assunto una piega critica all’altezza di piazzale Baiamonti, dove sono scoppiati i primi tafferugli. Secondo la ricostruzione fornita dagli stessi manifestanti, le tensioni sarebbero iniziate in seguito all’identificazione di alcuni attivisti da parte della polizia. Gli animi si sono infiammati rapidamente: sono volati fumogeni, e in mezzo al corteo si è levato il grido, in francese, “Tout le monde déteste la police” (“Tutti odiano la polizia”). Le forze dell’ordine hanno reagito, portando in Questura almeno sette persone coinvolte negli scontri.
Mentre la gran parte del corteo ha proseguito verso la destinazione finale, un centinaio di manifestanti si è fermato nei pressi di piazzale Baiamonti, improvvisando un presidio per chiedere la liberazione dei fermati. È in quel tratto che si sono registrati gli episodi più gravi.
A pochi passi da piazzale Lagosta, una scritta minacciosa è apparsa su una vetrina di una filiale di banco Bpm: “Spara a Giorgia”. Poco più avanti, in via Traù, è stata danneggiata una sede del Banco Desio, con la telecamera d’ingresso data alle fiamme e la scritta “No riarmo” vergata con la vernice. In via Alserio è stato infranto il vetro di un supermercato Carrefour, mentre in via Pola la vetrata di UniCredit è stata sfondata: “UniCredit complice del genocidio”, hanno scritto alcuni manifestanti incappucciati.
La violenza di alcuni gruppi antagonisti ha scatenato le reazioni della politica. Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, ha duramente attaccato: “A forza di gridare al pericolo antidemocratico e incitare alla rivolta, qualcuno ha preso sul serio queste parole e ha invitato a sparare al Presidente del Consiglio. Massima solidarietà a Giorgia Meloni, che non si farà intimidire”.
Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è intervenuto, lodando l’operato delle forze dell’ordine: “Ho chiesto al Prefetto di ringraziare il Questore per la gestione della manifestazione. Particolare plauso agli agenti che hanno isolato e fermato un gruppo di facinorosi travisati, responsabili di atti vandalici e scritte intimidatorie”.
Sul fronte opposto, il corteo ha visto la partecipazione di numerosi attivisti e sigle sindacali: Anpi, l’Associazione dei Palestinesi in Italia (Api), Giovani Palestinesi, Adl Cobas, Cub, tra gli altri. Centinaia le bandiere palestinesi, accanto a striscioni e slogan come “Gaza libera, Palestina libera” e “Intifada, intifada”. In apertura del corteo, alcuni attivisti reggevano finti neonati avvolti in lenzuola bianche macchiate di vernice rossa, a simboleggiare i bambini vittime del conflitto.
Numerosi anche i cartelli che chiedevano la liberazione di Anan Yaeesh, il cittadino palestinese detenuto nel carcere di Terni con l’accusa di terrorismo per presunto finanziamento a un gruppo armato.