Napoli, 12 arresti nel clan di Pianura: c’è anche il presunto killer di Antonio Gaetano

di Redazione

Napoli – Un agguato nel cuore della movida, un colpo di pistola che spezza la vita di un giovane legato ai clan e riaccende la guerra tra gruppi criminali nella periferia Ovest di Napoli. A poco più di un anno dall’omicidio di Antonio Gaetano, 20 anni, detto “Biscotto” e considerato esponente emergente del clan Marsicano-Esposito di Pianura, è stato arrestato il presunto killer: si tratta di Emanuele Bruno, 23 anni.

La cattura è avvenuta questa mattina nel corso di una vasta operazione della Squadra Mobile della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari. Un dodicesimo provvedimento attende invece il via libera di un mandato d’arresto europeo, poiché il destinatario è attualmente detenuto in Francia. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di droga, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco. Nel mirino degli inquirenti due gruppi rivali: da un lato il clan Marsicano-Esposito-Calone, dall’altro la nuova formazione legata alla famiglia Carillo, attiva nello stesso quartiere di Pianura.

Era marzo 2023 quando Antonio Gaetano fu ferito a morte a colpi d’arma da fuoco sul lungomare di Napoli, tra locali affollati e passanti. Ricoverato in ospedale, il giovane non sopravvisse. Secondo le indagini, a premere il grilletto sarebbe stato proprio Emanuele Bruno, in concorso con altri soggetti ancora non identificati. All’origine dell’agguato, una lite personale sfociata in un’azione violenta in pieno stile camorristico, riconducibile comunque alla guerra in atto tra i due clan.

Tra gli arrestati figura anche Emanuele Marsicano, 27 anni, già detenuto e considerato un altro baby boss in ascesa. Insieme a lui, sono finiti nel mirino degli inquirenti anche Patrizio Cuffaro (40 anni), Antonio Campagna (45), Beniamino Ambra (37), Gennaro Gaetano (43), Luca Improta (21), Vincenzo Cuciniello (27), Emanuele Marotta (31), Roberto Allocca (54) e Giuseppe Ambrosio (54). Quattro di loro – Cuffaro, Bruno, Campagna e Ambra – sono accusati anche del tentato omicidio di Antonio Lago, nipote del boss Pietro Lago, detto “’o Ciore”, altro nome pesante nella mappa del potere criminale partenopeo.

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