Scacco al terrore degli hotel nel Napoletano, preso il “rapinatore della Panda grigia”

di Redazione

Era diventato il terrore silenzioso degli albergatori e affittacamere della provincia nord di Napoli. Un’ombra che si muoveva su quattro ruote grigie, sempre senza targa, sempre pronta a colpire con la stessa modalità: irrompere nei piccoli hotel e farsi consegnare l’incasso sotto la minaccia di una pistola. Lo avevano soprannominato il “rapinatore della Panda grigia”. Ora quell’incubo ha un volto e un nome: un uomo di 49 anni, originario di Caivano, arrestato in flagranza dai carabinieri della stazione di Arpino di Casoria.

Il blitz è scattato ieri sera, poco prima delle 22. I militari, grazie a un lavoro investigativo meticoloso e al coordinamento con l’intero gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, avevano stretto il cerchio. Le segnalazioni, tutte simili, avevano consentito di delineare un chiaro schema nei bersagli scelti: strutture ricettive lungo assi secondari, a ridosso dei centri urbani, in zone dove il traffico serale cala e il buio aiuta a nascondersi.

Così, da giorni, una rete di pattuglie presidia in modo discreto gli obiettivi ritenuti sensibili. I carabinieri di Arpino si erano appostati per ore in via Luigi D’Anna, certi che quel punto potesse essere il prossimo teatro del colpo. E non si sbagliavano.

Poco dopo le 21.30, la Panda grigia fa la sua comparsa. L’uomo spegne i fari, tira il freno a mano con decisione, apre lo sportello e si copre il volto con un passamontagna. In pugno, una pistola priva del tappo rosso, ma dalla somiglianza inquietante con una vera arma da fuoco. Si dirige a passo svelto verso l’ingresso dell’hotel. Non si accorge che alle sue spalle ci sono i carabinieri in assetto antirapina. Lo bloccano prima che possa oltrepassare la porta. Nessun colpo, nessuna vittima. Solo manette e l’accusa di tentata rapina aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.

L’arma, si scoprirà poi, era una replica priva di tappo rosso, quindi indistinguibile da una vera pistola. L’uomo ha tentato invano di sottrarsi all’arresto. Ora è rinchiuso in carcere, in attesa di rispondere delle gravi accuse.

Ma l’attenzione degli investigatori non si ferma. Gli inquirenti del gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna stanno passando al setaccio le decine di rapine simili avvenute negli ultimi mesi. Stesso copione, stessa auto, stessa dinamica. Il sospetto è che dietro a quell’utilitaria color topo si nasconda una lunga scia di colpi, ora forse arrivata al capolinea.

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