Sha’ Dong, serata di musica e poesia “electro rock” al Teatro della Legalità

di Antonio Taglialatela

Un vortice di luci laser, un ritmo electro rock travolgente e un pubblico carico di entusiasmo: quella degli Sha’ Dong, al Teatro della Legalità di Casal di Principe, è stata una performance memorabile. Attiva dal 2006 e con oltre 900 concerti alle spalle, la band aversana ha firmato una serata di musica “autentica”, capace di fondere testi profondi e arrangiamenti ricercati, frutto di una continua sperimentazione sonora. E’ stata l’occasione per presentare i due nuovi lavori, “Gabbia di Faraday” e “Maryia”, incisi su un esclusivo vinile 45 giri a tiratura limitata, scelta “nostalgica” ma ritenuta “necessaria” per rievocare l’epoca in cui ascoltare un disco significava vivere un’esperienza intima e completa.

Il gruppo – composto dai fondatori Paolo “Ryo” Di Ronza (voce) e Paolo “Lovekey” Convertito (chitarra, tastiere e programmazioni), insieme al batterista Gianluca “Ynno” Borrelli e al giovane bassista “Pakunz” Convertito, figlio d’arte del chitarrista Paolo, e con tre album di successo all’attivo (“Viola Elettronico” del 2010, “Tra Veglia e Sonno” 2013 e “Vita Liquida” 2017) – ha offerto un viaggio musicale intenso attraverso brani amatissimi come “Mordimi”, “Stella Polare” e “AnemiA”, fino ai singoli da poco pubblicati, accolti con grande apprezzamento da una sala gremita di fan, storici e nuovi.

“Gabbia di Faraday” prende spunto dall’invenzione del fisico britannico Michael Faraday, un sistema che scherma completamente dagli effetti di un campo elettrostatico esterno. Questa innovazione scientifica diviene metafora potente della chiusura emotiva, delle difese che inconsapevolmente ergiamo per proteggerci, ma che spesso ci isolano dal resto del mondo. Un invito a superare queste paure, ad accogliere la nostra vulnerabilità per ritrovare connessione e libertà.

Ancora più toccante la genesi del secondo singolo, “Maryia”. Come raccontato dagli Sha’ Dong durante l’intervista concessa alle telecamere di PupiaTv, tutto è partito da una conversazione con una loro amica ucraina, che ha condiviso il proprio punto di vista sul conflitto in atto nel suo Paese. Quando, nel 2022, Mariupol (la “Città di Maria”, da qui il nome del brano) è caduta sotto l’attacco delle armate russe, il ricordo di quel dialogo ha profondamente segnato la band, ispirandola a scrivere una storia d’amore immaginaria ambientata proprio nella città devastata. “Maryia” racconta così, con struggente intensità, gli ultimi momenti di un giovane soldato che trova conforto soltanto nel ricordo luminoso della sua amata, simbolo di speranza nel caos della guerra.

La serata ha avuto altri momenti speciali grazie agli interventi di ospiti d’eccezione come il pianista Alessandro Crescenzo e il cantautore Enrico Bellotta, due brillanti musicisti con esperienze in ambito italiano e internazionale, membri della “famiglia allargata” degli Sha’ Dong, che hanno condiviso negli anni il loro percorso artistico. Un’altra sorpresa è stata l’esecuzione di “Terra”, canzone inedita interpretata in dialetto napoletano, ispirata al dramma della “Terra dei Fuochi”. E la location del Teatro della Legalità, simbolica per le comunità di Casal di Principe e di altri territori in cerca di riscatto sociale, ha reso questo momento ancora più significativo.

“In un mondo di autotune e banalità voi riuscite ancora a regalarci emozioni”. Questa frase, pronunciata sul palco dal maestro Alessandro Crescenzo, ha racchiuso perfettamente il senso della serata e la cifra stilistica degli Sha’ Dong, che si confermano tra i pochi artisti in grado di lasciare il segno nei cuori degli ascoltatori. IN ALTO IL VIDEO

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