Strage familiare: uomo uccide moglie malata e figlio disabile, poi si toglie la vita

di Redazione

Un dramma familiare consumato nel silenzio delle mura domestiche, tra dolore, solitudine e disperazione. È la tragica storia che si è svelata nella mattinata del 24 aprile in un appartamento di via Pomposiana 336, nella frazione di Marzaglia, alle porte di Modena. Tre vite spezzate: Carlo Salsi, 83 anni appena compiuti, la moglie Claudia Santunione, 78, e il figlio Stefano, 48 anni, disabile e costretto su una sedia a rotelle a causa di disturbi dello spettro autistico.

Secondo la prima ricostruzione degli investigatori, sarebbe stato proprio l’anziano capofamiglia a compiere il gesto estremo: prima l’omicidio della moglie e del figlio, poi il suicidio. Le modalità sono ancora al vaglio degli inquirenti: si ipotizza che le vittime siano state soffocate, anche se non si esclude l’uso di un’arma da fuoco di piccolo calibro. Gli accertamenti medico-legali chiariranno nelle prossime ore le cause esatte dei decessi.

A fare la macabra scoperta è stato il fratello di Carlo, che vive da tempo accanto all’abitazione della famiglia. Alle 9 del mattino, preoccupato per l’assenza di notizie, ha deciso di entrare in casa, trovandosi di fronte a uno scenario terribile: il corpo senza vita di Carlo sulle scale, quello della moglie e del figlio in camera da letto. Immediata la chiamata ai soccorsi, ma per i tre non c’era più nulla da fare.

Dietro la strage, secondo gli investigatori, si celerebbe una disperazione maturata nel tempo, alimentata dalla malattia del figlio e dall’aggravarsi delle condizioni di salute della moglie, da anni affetta da demenza senile. Una situazione familiare complicata, vissuta con dignità e silenzio, ma che con il passare degli anni si sarebbe trasformata in un peso insostenibile per l’anziano, ex autotrasportatore in pensione.

«Un fulmine a ciel sereno», racconta sconvolto Claudio Santunione, fratello di Claudia, che ha raggiunto l’abitazione subito dopo essere stato avvisato da un familiare. «Carlo era sempre stato una persona attiva, nonostante l’età. Nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo simile. Dieci giorni fa l’avevo visto, sembrava il solito di sempre. Ma evidentemente il dolore lo aveva consumato dentro, senza che nessuno riuscisse ad accorgersene».

La famiglia Salsi era conosciuta e benvoluta nella piccola comunità di Marzaglia. Per anni Claudia aveva gestito il forno del paese, un punto di riferimento per molti residenti. «Mia sorella non si è mai aperta del tutto con noi — continua Claudio —, soprattutto dopo aver scoperto, 45 anni fa, la disabilità del figlio. Si era chiusa nel suo mondo, affrontando da sola quella sofferenza che negli ultimi tempi si era aggravata con la malattia neurodegenerativa».

Ora sarà l’inchiesta condotta dai carabinieri, supportata dai rilievi della scientifica, a ricostruire nel dettaglio la dinamica di quanto accaduto e a chiarire eventuali dubbi su tempi e modalità della tragedia. Non è escluso, infatti, che l’omicidio-suicidio possa essere avvenuto proprio il giorno del compleanno di Carlo, il 23 aprile, anche se i corpi sono stati scoperti solo la mattina successiva.

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