AVERSA. Comprereste un immobile di valore storico, in un convento del 600, con 4mila metri quadrati di superficie utile, perfettamente ristrutturato e recuperato, al prezzo di soli 242 euro al metro quadro?.
E la domanda che pongono i segretari cittadini di Rifondazione Comunista, Giovanni Savino (nella foto), e dei Comunisti Italiani, Marco Monica. Domanda a cui danno anche una risposta: Qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso non potrebbe che considerare estremamente interessante questa offerta.
Il riferimento è legato alla rinuncia, da parte dellamministrazione comunale, a far valere il diritto di prelazione a quel prezzo sullo splendido plesso conventuale di SantAgostino degli Scalzi.
Abbiamo immaginato – affermano Savino e Monica – che la collocazione strategica, lorganicità della struttura, il suo valore storico e monumentale, ben si sarebbe prestato ad un uso pubblico e sociale della struttura stessa, un uso strettamente collegato alle ambizioni culturali e turistiche della città, al suo desiderio di essere realmente la città degli studi ed il punto di riferimento del territorio dellintero agro. Si sarebbe potuta realizzare una struttura di accoglienza per gli studenti universitari, con biblioteca e laboratori; essa sarebbe potuta diventare la sede della fondazione culturale in grado di organizzare e promuovere gli eventi della città, rendere rilevante circuito economico il patrimonio artistico e monumentale della città, la sua storia; si sarebbe potuto offrire un asilo e servizi per linfanzia alle famiglie del quartiere più popolare e disagiato della comunità cittadina; e perché no, quella struttura di pregio sarebbe potuta divenire degnissima sede della tanto invocata Provincia di Aversa, cavallo di battaglia del centrodestra da anni.
Con questa articolata ed argomentata proposta – continuano i due segretari – il nostro consigliere comunale Mimmo Rosato ha cercato di convincere il colleghi consiglieri durante la discussione sul provvedimento. Invano, lamministrazione di centrodestra ha scelto, con motivazioni palesemente strumentali e spesso oltre il limite del buon senso e della logica, di non acquisire ad una cifra realmente irrisoria un pezzo importantissimo della propria storia e della propria identità e di lasciarlo alla speculazione dei privati. La logica dei centri commerciali vince unennesima volta sulla cultura e sui servizi sociali.
In maniera ricorrente – aggiungono Savino e Monica – ascoltiamo il sindaco ed esponenti della sua maggioranza sperticarsi in lunghi panegirici sulla importante storia della città, sul ruolo centrale della cultura e della valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale nella costruzione di un futuro migliore per gli aversani. Tutte chiacchiere e ipocrisia. Quando si tratta di decidere per loro un centro commerciale – concludono – vince sempre sulla cultura, a prescindere. Lamministrazione Ciaramella è questo, nella realtà dei fatti. Il resto è solo fumo.