PARIGI. Il 25enne ciclista modenese Riccardo Riccò è stato squalificato dal Tour de France dopo essere risultato positivo ai controlli antidoping effettuati tra il 3 e il 4 luglio, prima della cronometro individuale di Cholet.
Alla notizia, la sua squadra, la Saunier Duval, ha annunciato il ritiro dei corridori con la maglia bianca e gialla dalla corsa francese. Tra loro anche Leonardo Piepoli, vincitore della decima tappa, e il colombiano Juan Josè Cobo, ottavo nella generale. Riccò, nel corso di questa edizione, aveva vinto due tappe ed erano nono in classifica generale. Nelle sue urine sono state trovate tracce di Epo di terza generazione, il cosiddetto Cera (Continuous Erythropietin Receptor Activator), un attivatore continuo dei recettori delleritropoietina che stimola la produzione di globuli rossi. La sostanza, giunta da poco nel mercato del doping, fa perdurare leffetto dellEpo molto più a lungo del normale. Il ciclista è stato prelevato dalle forze dell’ordine e portato in gendarmeria, dove adesso si trova in stato di fermo ed in attesa di essere interrogato. Per la legge francese, infatti, il doping è un reato penale: il modenese rischia fino a 5 anni di carcere e 75mila euro di multa. Quello di Riccò è il terzo caso di doping questanno al Tour de France: prima di lui, sempre per positività allEpo, sono stati fermati gli spagnoli Manuel Beltran l11 luglio e proprio ieri Moises Duenas.
“Mi ricordo che anche tra i dilettanti aveva avuto problemi legati al doping e poi tutto si risolse perche’ si scoprì che i suoi valori erano alti fisiologicamente”. Così Franco Ballerini, il direttore tecnico generale delle Nazionali di ciclismo, intervistato dall’agenzia Dire.