L’ultima volta che aveva parlato alla stampa era stata alquanto infelice, visto che si lasciò andare ad opinioni proprio convenzionali sulla spinosa questione ultrà-polizia.
Ora, invece, dal Sudafrica, il centrocampista azzurro Daniele De Rossi ne dice di giuste, eccome. Parlando della tifoseria anti-italiana di Radio Padania, afferma: “Non è la fine del mondo se una radio così piccola fa il tifo contro l’Italia. Vorrà dire che quando la Padania disputerà il mondiale noi tiferemo contro”.
Poi, parlando del mondiale, dice: “Dobbiamo finire tra le prime quattro, è un obiettivo realistico”. Piano comunque a chiamarlo leader. “Non so… quattro anni fa avevamo tanti trascinatori. Io voglio aspettare a proclamarmi tale”. E poi c’è un precedente che gli crea ansia. “Nel 2006 feci bene la prima partita e poi alla seconda ci fu la gomitata a McBride”.
L’attacco spuntato è l’altro argomento che tiene banco. Se non ci fossero difensori e centrocampisti, gli azzurri non la butterebbero mai dentro. De Rossi annuisce: “Dobbiamo essere più cattivi e più cinici sotto porta”. Poi però ricorda che “anche senza un Paolo Rossi si può andare lontano”. “Nel 2006 – ricorda – non c’è stato nessuno che si è distinto per la vena realizzativa. Hanno segnato Toni, Totti e tanti altri”.
Su Totti: “Soffre per non essere qui, – dice De Rossi – ma la decisione di allontanarsi dalla nazionale l’ha presa di concerto con Lippi. Io e lui siamo uguali: quando abbiamo da dire qualcosa la diciamo. È il nostro carattere”.
Sul rinnovo del contratto con la Roma fa di tutto per tranquillizzare i tifosi giallorossi: “Non ci sono problemi. Con la dottoressa (la Sensi, ndr) ho un rapporto eccellente. Non l’assillo al telefono. Quando ci sarà da parlare, lo faremo”.
“LArgentina e il Brasile hanno vinto ma faticato” dice poi parlando delle nostre avversarie. Il perché è semplice: “Incontri squadre che si giocano la vita”. La Francia con un piede fuori dal torneo non lo fa godere più di tanto. “Non nutro alcun odio verso i francesi”. E se la zoppicante Spagna non dovesse qualificarsi come prima del girone, tanto meglio: “Vorrà dire che la eviteremo agli ottavi”.
“Ci manca il calciatore più talentuoso e geniale” è il commento su Pirlo. Ma Montolivo non lo farà rimpiangere: “E’ un ex trequartista, piede eccezionale, grande visione e sa farsi valere anche in fase difensiva”.
Paura della Nuova Zelanda? “Siamo superiori, almeno si spera. Dobbiamo tenerli docchio, specie sulle palle alte, ma senza snaturarci. Li conosco pochissimo. Certo che mi aspetto un gioco maschio. Di partite mosce non ne ho ancora viste in Sudafrica”. Perdere contro i kiwi è un’ipotesi che non vuole neanche prendere in considerazione: “E’ come se la Nuova Zelanda uscisse al primo turno dal mondiale di rugby”, scherza il romanista.
Quanto all’atmosfera sudafricana, solo una piccola, amara, constatazione: “In Germania vivevamo più il tifo mondiale. Sentivamo il calore della gente. Qui è diverso: stiamo sempre chiusi in ritiro e di tifosi italiani se ne vedono pochi in giro”.