È il norvegese Thor Hushovd il campione del Mondo di ciclismo. Secondo al traguardo il danese Matti Breischel, seguito dall’australiano Allan Davis.
“Il finale era adatto alle mie caratteristiche, e le ho sfruttate alla grande”, ha commentato il campione. “Per arrivare così preparato a questa gara – ha detto ancora Hushovd – è stata fondamentale la Vuelta, perché oggi la gara è stata molto dura”. Quando il belga Gilbert è scattato a dieci chilometri dal traguardo, arrivando ad avere 21″ di vantaggio, Hushovd ha pensato che il Mondiale fosse finito?, gli hanno chiesto all’arrivo. “Ho pensato che non saremmo arrivati alla volata. – ha risposto il norvegese – Poi mi sono accorto che c’era tanto vento, e allora mi sono detto che era possibile riprendere Gilbert. Ma se non ci fosse stato il vento, il belga sarebbe arrivato al traguardo”.
Solo quarto l’italiano Filippo Pozzato che ha commentato così la sua prova: “Ci ho provato, la squadra ha corso veramente bene, come voleva Bettini. All’ultimo giro ho avuto crampi, poi ho cercato di curare Hushovd. L’arrivo era perfetto per me, ma avevo crampi anche sulle orecchie”. La squadra ha corso bene, secondo Pozzato. “Come ci aveva insegnato Franco Ballerini – dice. – Ho mancato il risultato ma ci riproverò sicuramente. Avrei voluto tanto vincere questo mondiale per Ballerini, e mi dispiace anche per Paolo Bettini, che ci aveva creduto fino in fondo”. Ed è proprio Bettini a sostenere che si deve guardare avanti: “Ora comincerà la danza dei se e dei ma, però c’è poco da recriminare”, dice. “La squadra ha fatto tutto ciò che doveva e la gara è stata come ce la immaginavamo. Va bene così, anche se avevamo creduto in una medaglia, e con un pizzico di fortuna si poteva andare sul podio con Pippo Pozzato”.
Ma sul podio l’Italia era salita comunque grazie al ciclismo femminile. Sabato Giorgia Bronzini ha vinto infatti la medaglia d’oro. Il terzo trionfo italiano negli ultimi quattro anni nella prova in linea arriva grazie alla volata poderosa, un po’ alla Cipollini, di un’atleta che non avrà la stazza fisica di Supermario (è alta 1.60 per 53 chili) ma nello sprint è ugualmente efficace. Così vince su strada ciò che aveva già raccolto altrove: infatti l’azzurra aveva indossato la maglia iridata anche in pista, avendo vinto l’anno scorso il Mondiale della corsa a punti (e due Coppe del Mondo di questa specialità). Nella gara di 127 km, l’azzurra ha trionfato allo sprint precedendo l’olandese Marianne Vos e la svedese Emma Johansson.